LA BATTAGLIA

Vivendi-Mediaset, ora è guerra totale

La disputa legale sul caso Premium entra nel vivo con la prima udienza del Tribunale di Milano. Battaglia a suon di richieste di risarcimento danni, unificate le due istanze giunte da Cologno Monzese

Pubblicato il 21 Mar 2017

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Vivendi passa al contrattacco nella battaglia legale con Mediaset e chiede il risarcimento danni per diffamazione. È iniziata in modo scintillante la prima udienza del procedimento civile che vede contrapposti Mediaset e Fininvest da un lato e Vivendi dall’altro, con al centro la vicenda Premium. Dopo le parole dure del ceo di Vivendi Arnaud De Puyfontaine (“Siamo stati ingannati da Mediaset“), la media company francese si è presentata in aula con una domanda “riconvenzionale”, che trae cioè occasione da quella promossa dall’accusa e allarga il tema della causa, di risarcimento del danno per diffamazione. Il gruppo francese ha chiesto il risarcimento sostenendo che la controparte, subito dopo la mancata vendita di Premium, ha condotto una campagna mediatica che Vivendi ritiene diffamatoria. Anche Mediaset ha chiesto i danni per diffamazione al gruppo francese per le dichiarazioni apparse sulla stampa come l’intervista rilasciata ieri dall’Ad De Puyfontaine al Financial Times.

L’stanza per diffamazione si va ad aggiungere alle altre due partite con gli esposti di Mediaset contro Vivendi per richiedere l’esecuzione coattiva del contratto per l’acquisto di Premium da parte di Vivendi e il risarcimento dei danni subiti, secondo Cologno Monzese non inferiori al miliardo e mezzo di euro. E di Fininvest sempre contro il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré, indagato assieme a De Puyfontaine per aggiotaggio nell’ambito di un’indagine penale parallela e relativa alla salita fulinea nel capitale di Mediaset. La holding della famiglia Berlusconi ha chiesto alla società transalpina un risarcimento da 570 milioni di euro per i danni subiti dalla disputa con Vivendi, correlati fra l’altro “alla diminuzione di valore delle azioni Mediaset in conseguenza dell’accaduto, al mancato apprezzamento delle stesse ove si fosse dato corso all’esecuzione del contratto, nonché all’evidentissimo danno di immagine”.

Fininvest inoltre ha dedotto fatti nuovi e cioè la violazione dei patti parasociali per la scalata dei francesi di quasi il 30% del gruppo Mediaset mentre il patto parasociale su premium prevedeva una partecipazione di Vivendi non oltre il 3,5%. Sulla procedibilità’ di queste questioni il giudice si è riservato una decisione. Il giudice ha deciso di unificare le due istanze che andranno quindi lungo un percorso unico, mentre la domanda riconvenzionale avanzata dalla media company seguirà eventualmente un corso a sé. L’udienza dovrebbe essere a questo punto rinviata ai prossimi mesi con il giudice Vincenzo Perozziello che concederà i termini alle parti per il deposito e lo scambio di altre memorie nel merito.

C’è molta attesa anche per il verdetto dell’Agcom, chiamata a pronunciarsi sulla possibile incompatibilità della partecipazione della media company in Mediaset con quella in Telecom. Intanto la pay-tv Premium del gruppo di Cologno Monzese si sta rimettendo in moto dopo la fase di stallo seguita alla disputa con i francesi. È cambiato l’amministratore delegato, con l’avvicendamento Leonardi-Ricci, sono in corso alcuni colloqui con Telecom per i diritti tv del calcio e, aggiunge oggi Repubblica, potrebbe tornare in auge anche l’ipotesi di sbarco sul satellite.

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