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Scoppia la bagarre su Tim Brasil

La decisione del Cade brasiliano accende i riflettori sul dossier carioca. Politica e sindacati chiedono l’intervento del governo: “Letta smetta di fare lo struzzo”. Marco Fossati: “Consob riconosca il controllo di Telefonica su Telecom”. Intanto i mercati avvertono: “Più vicina la vendita del carrier sudamericano”

Pubblicato il 05 Dic 2013

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Scoppia la bagarre sul Brasile. Dopo la decisione del Cade che ha chiesto l’uscita di Telefonica da Telco o la vendita di Tim Brasil azionisti, politica e sindacati fanno sentire la loro voce mentre il mercato scommette su tempi di cessione sempre più vicini.

Per Marco Fossati di Findim “la decisione del Cade non porti alla vendita di Tim Brasil”. Il manager chiede “un intervento immediato e risolutivo da parte delle Autorità di controllo italiane al fine di riconoscere il controllo di fatto di Telco su Telecom Italia, come già fatto dalle autorità brasiliane, con tutte le relative conseguenze giuridiche e finanziarie”. Fossati, dopo il pronunciamento del Cade che “riconosce e sancisce il controllo di Telefonica su Telecom Italia come effetto della crescita azionaria in Telco”, sostiene che “le conseguenti soluzioni imposte dal Cade a Telefonica non possono essere a detrimento e danno di Telecom Italia”.

La politica e i sindacati vogliono che il governo di batta un colpo e prenda posizione.Il Governo non può lavarsi le mani, nascondendosi dietro un golden power che non si applica alle società europee – dice Massimo Mucchetti, senatore del Pd – Se Telefonica intende smembrare il gruppo Telecom Italia che, almeno, lanci un’Opa per contanti rivolta a tutti gli azionisti come fece Enel in Spagna con Endesa”.

Dura la reazione del M5S sulla vicenda. “Il governo aveva l’occasione di inserire la riforma dell’Opa nel maxiemendamento alla Legge di stabilita’. Invece ci troviamo davanti a una clamorosa disapplicazione di un atto di indirizzo del Parlamento. La Spagna ha già agito sulla normativa per le scalate societarie. Gli altri Paesi – concludono – fanno quello che vogliono e, come al solito, l’Italia non riesce a difendere i propri sacrosanti interessi nazionali”.

Michele Azzola, segretario nazionale Slc-Cgil si aspetta che “il Governo faccia sentire la sua voce impedendo che a rimetterci siano gli interessi nazionali”. “ Letta non può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia -prosegue Azzola– e deve dare precise garanzie al paese sulle prospettive della terza azienda italiana e sul rilancio degli investimento necessari a costruire la banda larga”.

“Chiediamo ai parlamentari – conclude il sindacalista – di sostenere la legge di modifica sull’Opa e di promuovere iniziative volte a costringere il governo ad aprire un tavolo con le parti sociali sul futuro di Telecom”.

I mercati scommettono su una vendita del Brasile in tempi stretti. “La questione del consolidamento brasiliano è diventata più spinosa. Crediamo che la decisione del Cade sul fatto che Telefonica debba o ridurre la sua quota in Telco o cedere Vivo semplicemente accelererà la tempistica per un’offerta per Tim Brasil e vediamo ogni debolezza su questa notizia come un’opportunità”, commentano gli analisti di Bernstein, secondo cui “tre aspetti – la politica italiana, la regolamentazione brasiliana e le elezioni” nel Paese sudamericano – “rendono l’attuale status quo di Telefonica/Telecom Italia/Tim Brasil insostenibile; la regolamentazione brasiliana ora emerge con più forza tra queste tre”.

Secondo Bernstein, dunque, è “imminente la formazione di un veicolo speciale”, che farà un’offerta per Tim Brasil “probabilmente a inizio 2014”, negoziando il prezzo e le quote dello spezzatino tra le tre parti coinvolte, appunto Telefonica, America Movil e Oi. Un bid con questa tempistica, concludono gli analisti, “eviterebbe qualsiasi collisione con le elezioni presidenziali brasiliane e accelererebbe la conclusione di questo periodo di controllo percepito ‘de facto’, se non ‘de jure’, di Telecom che provoca anche disagio alle autorità regolamentari sia in Italia sia in Brasile”.

Per Equita Sim “la soluzione ottimale per Telefonica sarebbe quella di imporre a Telecom la cessione di Tim Brasil eventualmente anche a Telefonica stessa, con una fusione Vivo/Tim Brasil, per poi cedere asset specifici sulle indicazioni del Cade. Si riaccende quindi l`appeal speculativo su Tim Brasil“.

D’altro canto, secondo gli analisti “Telecom rischia di non ottimizzare il prezzo di vendita, con una cessione a prezzi superiori a quelli di mercato, o circa 5,4 mld” per la sua quota nella società brasiliana, “ma inferiori a quanto sarebbe possibile spuntare per Telecom in una situazione differente, pensiamo circa 8 mld”.

“Questa soluzione esalterebbe i temi da discutere nella prossima assemblea del 20 dicembre”, in particolare la “governance. Riteniamo comunque che il congelamento di Telefonica, bloccata al 10% indiretto del capitale di Telco, riaccenda un minimo di appeal speculativo”, concludono gli analisti.

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