LA RIUNIONE

Telecom Italia: sale l’attesa per il cda, sul tavolo il dossier Argentina

L’azienda studia anche la quotazione delle torri che potrebbe avvenire dopo l’ipo di Raiway. Intanto non si spengono i riflettori sulla partita brasiliana: in ballo la proposta della cordata Oi-Claro

Pubblicato il 23 Set 2014

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Scatta il conto alla rovescia per il cda di Telecom Italia previsto per giovedì. Tra i dossiier sul tavolo quello delicatissimo della cessione di Telecom Argentina a Fintech. Se il 26 settembre non sarà formalizzata l’operazione, è probabile che il gruppo decida di mantenere il controllo dell’azienda.

Del resto lo ha dichiarato lo stesso Ad, Marco Patuano, che in assenza di novità sulla cessione, il cda rivedrà il dossier. In aggiunta sale l’attesa per l’ipotizzata offerta che potrebbe arrivare per la controllata brasiliana Tim Brasil.

La stampa brasiliana aveva indicato che una cordata con Oi e Claro avrebbe bussato alla porta di Telecom Italia entro fine mese. Quest’oggi, inoltre, Il Sole 24 Ore sostiene che i vertici dell’azienda di tlc stanno preparando la quotazione delle torri. Operazione del valore di un miliardo che dovrebbe avvenire nel 2015, dopo lo sbarco in Borsa di Raiway. “Lo spin off e la vendita delle torri è una sorta di operazione di sale and lease back nel senso che il valore sarà tanto più alto quanto maggiore sarà il canone che la stessa Telecom riconoscerà alla nuova società – spiegano gli analisti di Equita – Si tratta pertanto di una operazione che difficilmente ha impatti sensibili sulla valutazione del gruppo. Potrebbe invece avere qualche lieve riflesso positivo per le agenzie di rating”.

Intermonte giudica positivamente l’eventuale ipo. Del resto renderebbe più concreta l’operazione di valorizzazione delle torri. Telecom, tra l’alto, ha in piano anche la cessione delle torri in Brasile, il cui valore è stimato attorno a 750 milioni. Gli analisti di Intermonte, comunque, mantengono la raccomandazione di “neutral” sulle Telecom, con target di prezzo a 1,05 euro, mentre quelli di Equita consigliano un “buy”, pur stimando un target di prezzo inferiore a quello di Intermonte, ovvero a 1,02 euro.

Intanto oggi Gian Maria Gros-Pietro, presidente del Consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, ha ribadito a margine di un convegno a Torino: “Vogliamo uscire entro l’arco del piano e con risultati economici buoni”. Quindi nessuna forzatura”.

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