L'INIZIATIVA

Telemarketing selvaggio, via ai lavori per la stesura del codice di condotta

Promossa dal Garante per la protezione dei dati personali la riunione con i committenti, gli outsourcer e i consumatori. Costituito il comitato che dovrà elaborare la prima bozza sulle regole di comportamento che le aziende sono tenute a rispettare

Pubblicato il 05 Mag 2022

telemarketing

Al via lavori per la stesura di un codice di condotta che regoli le attività di telemarketing e contrasti il fenomeno delle chiamate promozionali indesiderate.

Dopo alcuni incontri preliminari, svoltisi nelle scorse settimane con le singole categorie operanti nell’ambito della filiera del telemarketing, si è tenuta oggi, promossa dal Garante per la protezione dei dati personali, la prima riunione generale, alla quale hanno preso parte da remoto circa trenta rappresentanti del mondo della committenza – ossia delle aziende che promuovono i propri prodotti mediante campagne di telemarketing- dei contact center, dei list provider e dei consumatori.

Nella riunione è stata concordata la costituzione di un comitato che avrà il compito di elaborare una prima bozza del codice di condotta, tenendo conto di alcuni documenti già predisposti da alcune categorie di operatori e degli elementi acquisiti in molti anni di attività di accertamento da parte degli uffici del Garante. Il comitato inizierà ad operare dalla prossima settimana.

L’Autorità e i rappresentanti delle diverse categorie presenti hanno espresso il comune auspicio che si possa arrivare in tempi brevi alla stesura di un testo che, come stabilito dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, dovrà essere poi sottoposto al Garante per la prevista approvazione.

 Cos’è il codice di condotta sul telemarketing

Il codice di condotta telemarketing è uno strumento proposto da Assocontact e Oic (Osservatorio Imprese e Consumatori) che, insieme al bollino blu e al Registro delle Opposizioni, mira ad eliminare il fenomeno del telemarketing selvaggio.  Si tratta di un sistema di regole di comportamento e gestione che si integra con le raccomandazioni del legislatore europeo, nazionale e di Agcom, Agcm e Garante Privacy. Con il Codice di Condotta Assocontact e Oic puntano a disciplinare l’operato degli outsourcer a garanzia della pluralità dei diritti delle parte coinvolte. Anche per i committenti sarà possibile aderire al Codice per rafforzarne la capacità di distinguere e contrastare gli operatori illegali.

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Registro delle Opposizioni, le critiche dell’Antitrust

Intanto prosegue il percorso che porterà all’attivazione del nuovo Registro delle Opposizioni, l’elenco dove gli utenti di possono registrare per non ricevere più offerte commerciali via telefono e che viene esteso anche ai numeri cellulari.

Secondo il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, più che di un Registro delle Opposizioni ne servirebbe uno delle inclusioni.

Secondo Rustichelli, “la recentissima riforma del Registro delle opposizioni, che consentirà di iscrivere anche le numerazioni mobili tra quelle che gli operatori non potranno chiamare, di cancellare con la semplice iscrizione tutte le autorizzazioni al contatto rilasciate in passato con qualsiasi strumento, e di opporsi alle telefonate effettuate tramite sistemi automatizzati e senza operatore, entrerà in vigore in estate, è certamente un positivo passo in avanti nel contrasto all’invasivo modus operandi degli operatori di telemarketing, ma è dubbio se tale riforma sia sufficiente”.

“Sarebbe utile dunque riflettere su un cambiamento di prospettiva, pensando a un registro delle inclusioni, al quale coloro che vogliono ricevere offerte commerciali al telefono devono iscriversi, e a cui gli operatori devono rivolgersi per selezionare i potenziali destinatari delle loro telefonate – ha  in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori. – L’idea deriva dalla consolidata esperienza dell’Autorità, per cui sono di gran lunga più tutelanti per i consumatori i sistemi che prevedono una loro scelta esplicita e preventiva di un servizio (opt-in) piuttosto che un meccanismo per cui essi devono attivarsi per rifiutarlo (opt-out)”.

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