IL CASO

Tlc, stop alle tariffe differenziate. I sindacati: “Si otterrà l’effetto boomerang”

L’emendamento al disegno di legge Concorrenza che mette fine alla possibilità per le telco di proporre agli utenti piani diversi a seconda dell’operatore di provenienza aggraverebbe la situazione. Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil: “Non si evita il dumping e si rischia davvero di livellare il tutto ancora più verso il basso”

Pubblicato il 08 Nov 2023

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Lo stop al cosiddetto “operator attack”, le offerte selettive messe a punto tenendo conto dell’operatore tlc di proveninenza dei potenziali clienti, non piace ai sindacati delle tlc. La misura, contenuta in due emendamenti della maggioranza al Disegno di legge Concorrenza già approvati in commissione Industria, a firma di Salvo Pogliese di Fratelli di Italia e Mara Bizzotto della Lega, recepisce le perplessità sollevate dall’Antitrust a giugno, con l’authority che aveva chiaramente chiesto un intervento del Governo e del parlamento sul tema.

La contarietà dei sindacati

Per motivare la contrarietà agli emendamenti di Fratelli D’Italia e Lega Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil si esprimono con una nota congiunta: “Con l’emendamento che vieta le offerte differenziate ai clienti di servizi telefonici  si mette finalmente in discussione  un dogma, incomprensibile eppure sino a oggi intoccabile, ma non si risolve il problema del dumping scriteriato che sta uccidendo il mercato tlc“, spiegano i sindacati. In sostanza, secondo le tre sigle, i due emendamenti non risolverebbe il problema, ma lo aggraverebbero, dal momento che “non si evita il dumping ma, impedendo azioni di recupero mirate su precisi segmenti di mercato, si rischia davvero di livellare il tutto ancora più verso il basso. Per evitare pratiche potenzialmente distorsive dei grandi gestori dotati di infrastrutture tecnologiche si gettano le basi per infliggere il colpo mortale al settore, con evidenti riverberi sull’occupazione e sugli investimenti infrastrutturali”.

“Ora che finalmente anche la politica ha scoperto di poter esercitare un proprio ruolo di indirizzo una proposta sensata e di buon senso la facciamo noi – concludono Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil – Si fissi, di concerto con tutti gli stakeholder coinvolti, una tariffa minima che assicuri i costi industriali, a partire da quelli del personale, e gli investimenti industriali. La competizione a quel punto si giocherebbe avendo messo al riparo la base stessa di un settore che per essere al passo con l’innovazione e favorire buona occupazione ha bisogno di ricavi ed investimenti costanti. L’esatto contrario di quanto avviene oggi. Se invece – concludono i sindacati- si vuole continuare sulla strada percorsa sino ad oggi, a partire dall’approvazione definitiva di questo emendamento, la politica si assumerà la responsabilità dei gravi contraccolpi occupazionali inevitabili e le Autorità di controllo, a partire dall’Antitrust potranno vantarsi di aver creato un deserto e di averlo chiamato mercato delle Telecomunicazioni“.

Le motivazioni della Lega

A spiegare le motivazioni che hanno portato all’emendamento sono in una nota i senatori della commissione Attività produttive a Palazzo Madama della Lega: il vicepresidente Giorgio Maria Bergesio, insieme a Mara Bizzotto e Giancluca Cantalamessa: “Con l’ok al ddl concorrenza è stato approvato un emendamento della Lega per dire basta alle offerte selettive e poco trasparenti degli operatori telefonici – spiegano – Parliamo dell’escamotage di alcune compagnie per recuperare utenti da altri operatori, in particolare quelli low cost, solitamente virtuali, ossia senza infrastruttura propria. A prima vista un’opportunità per il consumatore, ma che tuttavia crea un vero e proprio far west delle tariffe a danno dei consumatori, raramente consci degli oneri per il passaggio e delle reali condizioni del piano tariffario, proposto spesso senza evidenziare gli ulteriori costi aggiuntivi o i vincoli di durata, per cui l’utente rischia di ritrovarsi con un prezzo più alto rispetto a quello di provenienza”.

“Tali condotte  – concludono Bergesio, Bizzotto e Cantalamessa – possono avere effetti estremamente negativi sullo sviluppo della concorrenza nel settore della telefonia mobile. Lo stop a questa pratica, stabilito grazie all’emendamento presentato dal nostro gruppo, è dunque norma di buonsenso che non impedirà la concorrenza tra operatori, perché ognuno di essi potrà proporre i prezzi che vuole purché, però, siano gli stessi per tutti. Così si assicura la trasparenza delle tariffe, che non potrà che giovare al settore e all’utenza”.

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