TELECOM ITALIA

Un coro di no a Telefonica

Politica e sindacati in pressing sul governo per bloccare gli spagnoli: è allarme occupazione e sicurezza. Catricalà: “Il governo non ne sapeva nulla”. Bernabè: “L’ho saputo dai comunicati stampa. Due opzioni contro il downgrade di Moody’s: aumento di capitale o vendere il Brasile”. Letta: “L’asset è strategico”

Pubblicato il 25 Set 2013

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Politica e sindacati in pressing sul governo per “bloccare” Telefonica. I partiti compatti chiedono al premier Letta di mettere in campo tutti gli strumenti necessari a tutelare Telecom Italia: riflettori puntati sul golden power e sulle norme che regolano le Opa. Cgil, Cisl e Uil vogliono confronto perché “la modifica dell’azionariato di Telecom Italia provoca conseguenze rilevantissime su tutto il comparto delle telecomunicazioni, settore strategico per il futuro del nostro Paese”. Pronta la risposta di Zanonato: “Li incontro volentieri” scrive il ministro su Twitter.

Intanto il premier Enrico Letta aggiusta il tiro rispetto a quanto detto ieri e, pur ribadendo ancora che l’operazione Telefonica-Telecom “non è un problema di barriere, né un problema di passaporto di capitali”, oggi ne evidenzia le ricadute strategiche sul sistema paese. “In un mercato aperto come quello europeo – ha detto dagli Usa – l’acquisizione dell’azienda italiana da parte di Telefonica riguarda innanzitutto il livello occupazionale ma anche la questione degli asset strategici, come la rete”. Sui quali il governo, che riferirà alla Camera martedì prossimo, non intende mollare.

Intanto il Copasir lancia l’allarme sicurezza. Secondo il presidente Giacomo Stucchi l’operazione Telefonica “pone seri problemi di sicurezza nazionale, visto che la rete Telecom è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate”.

Sull’operazione era intervenuto questa mattina al Senato il presidente del gruppo Franco Bernabé che, a sorpresa, ha detto di aver appreso della modifica degli accordi parasociali tra gli azionisti di Telco dai comunicati stampa. Il manager ha poi evidenziato che sullo scorporo delle rete, “Telecom conferma il proprio impegno a procedere nel confronto con l’Autorità e con la Cassa Depositi e Prestiti ma l’esito finale dell’operazione non e’ scontato e, in ogni caso, richiede tempi molto lunghi”. E per evitare il downgrade avverte: “Due soluzioni: aumento di capitale o vendere il Brasile. Ma la seconda non avrebbe effetti positivi”.

Bernabé ha poi risposto a quelli che oggi gridano per il passaggio di un’azienda strategica in mani straniere: “Per arrivare a scelte differenti bisognava tutti pensarci prima” se “il sistema Italia fosse stato davvero così preoccupato del futuro di Telecom Italia come negli ultimi due giorni forse sarebbe stato possibile un intervento più strutturale”.

E anche Asati chiede un’assemblea straordinaria per stoppare gli spagnoli: “Al voto per tutelare i piccoli azionisti e per l’aumento di capitale”.

Bernabè ai politici: “Bisognava pensarci prima”

Letta: “Telecom, il problema numero uno è l’occupazione”

Catricalà: “Operazione avvenuta a insaputa del governo”

La politica in pressing sul governo per bloccare Telefonica

Telecom, i sindacati al governo: “Ci incontri subito”

Asati chiede assemblea straordinaria per bloccare Telefonica

Copasir: “Telecom, a rischio la sicurezza nazionale”

Caio: “Telecom, ora garantire investimenti per qualità rete”

Anatel, Tim Participacoes: “Cedere in blocco, non a pezzi”

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