LA CESSIONE

Vodafone, addio alla Spagna: le attività a Zagona per 5 miliardi

Al fondo britannico il 100% della società, valorizzazione pari a un multiplo di 3,9x dell’Ebitda after lease. Finanziamento a debito per 4,2 miliardi, previsto aumento di capitale. È la terza operazione nel Paese dopo i deal Telecable e Euskaltel. Il ceo O’Hare: “Certi di poter creare un valore significativo per gli azionisti”

Pubblicato il 31 Ott 2023

vodafone

Vodafone ha ceduto il 100% di Vodafone Spagna a Zegona Communications. Si tratta di una operazione il cui controvalore è stimato complessivamente in 5 miliardi di euro, ovvero 3,9x dell’Ebitda after lease della società. Il closing è atteso nella prima metà del 2024.

Nel dettaglio, il corrispettivo di Vodafone comprenderà almeno 4,1 miliardi di euro in contanti e fino a 0,9 miliardi di euro sotto forma di azioni privilegiate riscattabili, per un importo comprendente il prezzo di sottoscrizione e il dividendo preferenziale maturato, entro e non oltre sei anni dopo la chiusura. Zegona ha finanziato l’operazione contraendo un debito pari a 4,2 miliardi e prevedendo un aumento di capitale.

Le strategie che sottendono al deal

L’accordo, si legge in una nota, implica che Vodafone fornisca una serie di servizi a Vodafone Spagna per un controvalore annuo di 110 milioni di euro. Vodafone offrirà a Zegona un contratto di licenza che le consentirà di utilizzare il marchio Vodafone in Spagna “per un periodo massimo di dieci anni”. Sono previsti altresì ulteriori accordi transitori e a lungo termine per servizi quali l’accesso alla contrattazione, l’IoT, il roaming mobile e i servizi dell’operatore.

“La vendita di Vodafone Spagna è un passaggio chiave per dare una giusta dimensione al nostro portafoglio per la crescita e ci permetterà di focalizzare le nostre risorse in mercati con strutture sostenibili e sufficiente dimensione locale, ha spiegato Margherita Della Valle, ceo di Vodafone, sottolineando come il mercato spagnolo fosse diventato “sfidante, con ritorni strutturalmente bassi”.

Le dichiarazioni di Eamonn O’Hare, presidente e amministratore delegato di Zegona, sono di tutt’altro tenore: “Siamo entusiasti dell’opportunità di tornare sul mercato spagnolo delle telecomunicazioni. Questa interessante acquisizione è la nostra terza operazione in Spagna, dopo il successo di Telecable ed Euskaltel. Grazie alla nostra strategia chiaramente definita e alla nostra comprovata esperienza, siamo certi di poter creare un valore significativo per gli azionisti“, ha detto O’Hare, che ha già evidenziato gli obiettivi di medio termine. Il gruppo punta a “trasformare l’azienda per offrire un servizio eccezionale ai clienti e rendimenti interessanti per gli investitori, apportando un management di grande esperienza, compresa la proposta di nomina di José Miguel García (ex ceo di Jazztel e Euskaltel) ad amministratore delegato. Dal punto di vista operativo, Zegona intende migliorare l’efficienza riducendo la complessità e aumentando la produttività e stabilizzare i ricavi con nuove iniziative commerciali.

Le azioni della newco che fa capo a Zegona avranno pari rango rispetto alle azioni ordinarie esistenti del gruppo e alle azioni ordinarie che saranno emesse ai sensi dell’aumento di capitale.

Zegona prevede come accennato di lanciare una raccolta di azioni con un obiettivo di 300-600 milioni di euro di proventi lordi attraverso un collocamento istituzionale di nuove azioni ordinarie. Il lancio è previsto prima del completamento dell’operazione e non rappresenta una condizione dell’acquisizione.

E Stc mantiene invariata la propria quota azionaria in Telefónica

Rimane invece sostanzialmente invariata la compagine azionaria di Telefónica: secondo il quotidiano El Economista, infatti, il gruppo Saudi Telecom Company (Stc) avrebbe informato ufficiosamente il governo spagnolo della sua intenzione di mantenere l’attuale partecipazione del 4,9% e di rinunciare ad aumentarla al 9,9%.

La decisione del gruppo saudita arriva dopo le polemiche generate dall’annuncio della transazione, ritenuta dal governo controversa in quanto relativa all’azienda “più strategica del Paese”. Fonti governative hanno rifiutato di commentare l’indiscrezione, adducendo la spiegazione che Telefónica è una società quotata in borsa, per cui qualsiasi tipo di valutazione “sarebbe estremamente sensibile sui mercati”.

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