Soluzioni 5G Standalone, tecnologia satellitare e reti pronte per la rivoluzione quantistica, da supportare attraverso la creazione di partnership strategiche: con questa strategia Vodafone punta a cavalcare la trasformazione digitale, aprendo la strada a reti autonome, resilienti e ad alte prestazioni.
È Nadia Benabdallah, director of Network strategy and engineering di Vodafone, a descrivere minuziosamente la roadmap della telco in un’intervista pubblicata sul sito web della corporation.
Entrata inizialmente in Vodafone Italia, Benabdallah ha contribuito alla realizzazione della rete 3G. Da allora ha continuato a svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo delle tecnologie 4G e 5G e ha consolidato tutti i reparti di ingegneria in un unico team di 3.500 persone. Oggi è la responsabile dell’evoluzione dell’infrastruttura su cui la società muoverà i suoi prossimi passi.
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Le tre priorità strategiche di Vodafone
“La nostra strategia di rete si concentra su tre priorità chiave. In primo luogo, puntiamo sull’offerta della migliore esperienza possibile ai clienti attraverso la creazione di una rete mobile pronta per il futuro. Ciò significa evolvere verso la tecnologia 5G Advanced, scalare nuove architetture di rete, come Open Ran, e accelerare l’evoluzione del 5G Standalone, oltre a consentire funzionalità avanzate come il network slicing per garantire prestazioni a lungo termine, flessibilità e prontezza all’innovazione”.
In secondo luogo, Vodafone sta promuovendo l’efficienza e la semplificazione attraverso l’automazione e la riduzione delle infrastrutture legacy, supportate da una gestione del ciclo di vita conforme e ottimizzata. Questo ci aiuta a scalare le operazioni, ridurre la complessità e sbloccare una crescita redditizia.
Il terzo punto riguarda l’innovazione incentrata sul cliente. “Stiamo esplorando tecnologie come il satellite per migliorare la copertura, il 5G Standalone slicing per migliorare la qualità della rete e il Ran Reduced Capability (RedCap) per ottimizzare la rete per i dispositivi a bassa potenza, offrendo una vasta gamma di nuovi servizi ai nostri clienti. Allo stesso tempo, ci stiamo muovendo verso operazioni zero-touch, basate sulla Quality of Experience e alimentate dall’automazione, dall’analisi dei dati e dalla GenAI.
Oltre il 5G: l’automazione di rete al servizio dell’esperienza del cliente
Benabdallah tiene a rimarcare che, rispetto a questo scacchiere, il 5G rappresenta solo una delle tante tessere. “Sta già offrendo vantaggi concreti, da tempi di risposta più rapidi a un supporto massiccio per l’Internet of Things. In Vodafone stiamo andando oltre, utilizzando l’intelligenza artificiale, l’edge computing e servizi personalizzati per rendere le reti più adattabili ed efficienti. Queste innovazioni stanno aprendo la strada a esperienze immersive come la realtà aumentata, l’automazione in tempo reale e gli assistenti digitali intelligenti, rendendo la connettività più dinamica e su misura per le esigenze dei nostri clienti”.
Al centro della visione di Vodafone c’è la creazione di una rete autonoma e in grado di autoripararsi. “Una rete in grado di anticipare i problemi, adattarsi in tempo reale e risolvere autonomamente i guasti senza intervento manuale”, rimarca Benabdallah. “Stiamo utilizzando tecnologie avanzate come servizi basati sull’intento, astrazione di rete e progettazione basata su API per rendere la nostra rete completamente programmabile e orchestrata. Ciò significa che i nostri ingegneri possono creare e scalare soluzioni di automazione in grado di trasformare il modo in cui forniamo la connettività. Invece di configurare manualmente i servizi, stiamo passando a un modello in cui definiamo l’intento, come la velocità, l’affidabilità o la latenza richieste, e la rete lo fornisce automaticamente. Pensate a questo come all’impostazione della destinazione e al lasciare che la rete individui il percorso migliore”.
Grazie all’analisi quasi in tempo reale, Vodafone ora riesce a individuare potenziali problemi prima che abbiano un impatto sui clienti e adottare misure proattive per mantenere la qualità del servizio. “Stiamo anche introducendo livelli di servizio differenziati”, continua Benabdallah, “con resilienza automatizzata integrata, su misura per le esigenze specifiche di ogni cliente. E attraverso il nostro modello Network-as-a-Service, i clienti potranno accedere e gestire i servizi su richiesta tramite un portale self-service.
Le sfide da affrontare
Naturalmente, in uno scenario del genere, non mancano le sfide. “La transizione tra le generazioni di reti mobili è un processo complesso che richiede un’attenta pianificazione e coordinamento. Le sfide principali includono il mantenimento della rete attuale, la riallocazione dello spettro (modificando il modo in cui le frequenze radio vengono assegnate o utilizzate) e l’aggiornamento dell’infrastruttura, il tutto garantendo un servizio ininterrotto”, dice Benabdallah. “Ogni generazione porta con sé nuove tecnologie e standard, che richiedono investimenti significativi e una stretta collaborazione all’interno dell’ecosistema. Con il 5G abbiamo l’opportunità di ottenere ulteriori vantaggi dall’edge computing, dal network slicing, dall’L4S (Low Latency, Low Loss and Scalable Throughput) e dal RedCap, che forniranno una latenza ultra bassa, un miglioramento nella gestione della congestione e ottimizzeranno la connettività IoT”.
La frontiera della connettività satellitare
Vodafone intende fare leva anche sulla tecnologia Satellite Direct-to-Device (D2D), che utilizza satelliti in orbita terrestre bassa (Leo). “Si tratta di una vera e propria rivoluzione per la connettività. Vodafone ha già dimostrato che è possibile effettuare chiamate dai satelliti direttamente a normali telefoni cellulari non modificati con il nostro partner strategico Ast SpaceMobile, aprendo la strada a nuovi metodi per fornire connettività anche nelle località più remote e difficili”, dice Benabdallah.
“Questo segna un cambiamento importante nel funzionamento delle comunicazioni satellitari. Siamo passati dalle antenne paraboliche fisse alle reti mobili che si basano su torri e ora al D2D. Guardando al futuro, stiamo anche esplorando il potenziale dei satelliti Leo che orbitano intorno alla Terra a quote relativamente basse, supportando casi d’uso come il backhaul cellulare per siti remoti e sbloccando nuovi servizi per i nostri clienti”.
Un’infrastruttura a prova di quantum computing: le partnership
La manager sottolinea infine che Vodafone sta adottando un approccio proattivo e a lungo termine per garantire che la rete sia pronta per la prossima ondata di cambiamenti tecnologici, tra cui il quantum computing. “Stiamo collaborando con partner come Ibm per rendere le nostre reti sicure dal punto di vista quantistico. Ciò significa rafforzare la nostra sicurezza informatica per proteggere i dati dei clienti e l’integrità della rete dalle minacce future che il quantum computing potrebbe rappresentare. Ma non ci fermiamo alla sicurezza. Stiamo anche esplorando come le tecnologie quantistiche possano aiutarci a risolvere le sfide reali delle telecomunicazioni. Per esempio, attraverso la nostra partnership con Orca Computing nel Regno Unito, stiamo applicando algoritmi quantistici per migliorare aspetti quali la progettazione e l’ottimizzazione della rete. La mia visione”, chiosa Nadia Benabdallah, “è che la tecnologia di rete diventi la spina dorsale intelligente di esperienze digitali fluide, sicure e personalizzate. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di chiarezza di intenti in tutti i settori tecnologici. Ciò significa guidare con determinazione, semplificare con intenzionalità e concentrare le nostre energie su ciò che conta di più per i nostri clienti e per il nostro futuro”.