IL CASO

TikTok dice no a Microsoft, Oracle in prima fila. Ma la Cina è pronta al veto

Pechino vuole blindare il prezioso codice sorgente della video app: dopo il no a Redmond, per i media cinesi non ci sarà un deal. Il 29 settembre la deadline imposta da Trump per “oscurare” TikTok negli Usa

Pubblicato il 14 Set 2020

Patrizia Licata

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Si complica l’affaire TikTok in un balletto di imposizioni e veti che si inserisce nell’ormai lungo braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina per il predominio tecnologico. ByteDance, il gruppo cinese proprietario della sempre più popolare video app, non darà il suo codice sorgente a nessun compratore americano. Lo ha riferito la Tv cinese Cgtn Digital (parte dellaTv statale Cctv), citando fonti a conoscenze delle trattative. Anche il South China Morning Post ha scritto che la startup tecnologica cinese ha deciso di non vendere né trasferire il prezioso software che alimenta la app TikTok e che permette, tramite algoritmi, di raccomandare contenuti per brevi video, meme e notizie sulle sue app.

In lizza per comprare gli asset americani di TikTok, come chiesto dal presidente Usa Donald Trump, c’erano Microsoft e Oracle. Ma il colosso di Redmond ha fatto sapere che TikTok ha respinto la sua offerta, mentre il Wall Street Journal scriveva che Oracle si avviava a diventare “trusted tech partner” di TikTok negli Stati Uniti. Poi la smentita dei media cinesi. ByteDance non ha per ora rilasciato commenti.

La deadline di Trump

La Casa Bianca ha imposto a TikTok, accusata da Trump di rappresentare un rischio per cybersicurezza e la privacy dei cittadini americani, di cedere gli asset Usa a un partner tecnologico a stelle e strisce entro il 20 settembre, pena la messa al bando il 29 settembre. La data ultima imposta da Trump per firmare l’accordo di cessione è il 12 novembre.

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“ByteDance ci ha reso noto che non venderà le operazioni Usa di TikTok a Microsoft”, ha scritto l’azienda di Redmond sul suo blog ufficiale. “Siamo sicuri che la nostra proposta sarebbe stata vantaggiosa per gli utenti di TikTok e avrebbe al tempo stesso protetto gli interessi della sicurezza nazionale. A questo fine avremmo apportato modifiche significative per garantire che il servizio fosse in linea con i più alti standard di cybersicurezza, privacy, sicurezza online e lotta alla disinformazione. Siamo ansiosi di vedere come il servizio evolverà su queste aree fondamentali”.
Oracle si era detta interessata a chiudere un accordo per TikTok insieme ai fondi General Atlantic e Sequoia Capital, entrambi i quali hanno un rappresentante del cda di ByteDance, come riportato dal Financial Times.

Anche Walmart ha dichiarato che è pronta a investire in TikTok e ha indicato di essere in trattative con ByteDance – almeno prima del no di Pechino preannunciato dalla Tv cinese.

Pechino alza la voce

All’indomani dell’ordine di vendita di Trump il governo cinese si è tenuto fuori dalle trattative di ByteDance con le parti Usa interessate a rilevare TikTok. Nelle settimane successive Pechino ha tuttavia reagito rivedendo le norme per l’export inasprendo i controlli sul trasferimento tecnologico, di fatto rendendo più difficile la cessione degli algoritmi di recommendation di ByteDance.

In particolare, alla normativa sono stati aggiunti due articoli, uno sulla “tecnologia di servizi push di informazioni personalizzate basate sull’analisi dei dati”, l’altro sulla “tecnologia di intelligenza artificiale e interfaccia interattiva”.

Tuttavia il fatto che il Wall Street Journal parli di “partner tecnologico fidato” potrebbe dare l’idea della forma che l’accordo con Oracle potrebbe assumere: un’alleanza senza cessione di proprietà sul software.

Il deal dopo le elezioni?

Nei giorni scorsi il Wall Street Jornal aveva scritto che ByteDance vorrebbe prendere tempo sul caso TikTok, aspettando novembre e la chiusura delle elezioni americane prima di decidere sulla compravendita. Dal punto di vista formale aiuterebbe il fatto che il bisogno di ottenere la doppia autorizzazione da parte di pubblici ufficiali cinesi e americani dilaterebbe i tempi a sufficienza per riuscire a superare la data delle presidenziali Usa.

Trump ha emesso il 6 agosto l’ordine esecutivo con cui ha bandito le transazioni commerciali fra società statunitensi e ByteDance. Il 14 agosto il presidente americano ha dato a ByteDance l’ultimatum: vendere entro 90 giorni. TikTok ha presentato ricorso: “Per assicurare che la legge non venga elusa e che la nostra società e i nostri utenti siano trattati in modo equo, non abbiamo altra scelta che impugnare l’ordine esecutivo attraverso il sistema giudiziario”, ha dichiarato la società in una nota ufficiale. Anche i tempi del verdetto sul ricorso allungano la conclusione dell’affaire TikTok.

In Europa 100 milioni di utenti

L’accordo per TikTok è valutato fino a 50 miliardi di dollari, secondo Reuters. In Europa la video app ha raggiunto il traguardo di 100 milioni di utenti attivi al mese, ha riferito proprio oggi Rich Waterworth, General Manager Europa TikTok in un blog post in cui riassume anche gli investimenti dell’azienda nel vecchio continente. Waterworth sottolinea che “all’inizio di quest’anno abbiamo inaugurato il nostro Trust and Safety Hub Emes a Dublino e sono stati nominati una serie di esperti di lunga esperienza nelle posizioni di leadership, per la definizione di policy per i contenuti e la sicurezza degli utenti, perfettamente integrati nel contesto e nella cultura locali”.

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