RECOVERY FUND

Banda ultralarga e digitale: gli italiani credono nelle potenzialità ma non si fidano dell’execution

Da un’indagine Vodafone-Kantar emerge una conoscenza più elevata, rispetto alla media continentale, riguardo alle azioni considerate strategiche per la ripresa anche se spicca lo scetticismo sulla messa in opera. Nel nostro Paese le risorse previste per le nuove reti sono inferiori a quelle delle principali economie: al 5G appena lo 0,5% del Pnrr

Pubblicato il 08 Feb 2021

Patrizia Licata

recovery fund-vodafone

Il Recovery fund è uno strumento efficace per sostenere la ripresa dei paesi europei, purché punti sui settori strategici per il rilancio economico: digitalizzazione e banda ultralarga, piccole imprese, sanità e lavoro. Lo rivela l’indagine “Digitising Europe pulse survey” condotta da Kantar e pubblicata da Vodafone e Vodafone Institute. Il sondaggio è stato effettuato lo scorso dicembre su oltre 15.000 cittadini di 15 paesi europei (14 paei Ue, inclusa l’Italia, più il Regno Unito) per verificare la percezione e l’atteggiamento nei confronti del Recovery fund.

In Italia il livello di consapevolezza è altissimo: oltre il 90% conosce il piano finanziario europeo per la ripresa e la resilienza (la media europea è dell’80%).

Tre europei su quattro ritengono che siano aspetti importanti per la ripresa la digitalizzazione di pubblica amministrazione e di servizi pubblici (75%, dato che sale all’80% fra gli italiani), le competenze digitali (74% in Europa, 78% in Italia) e l‘accesso a Internet su fibra ottica e 5G (73% in Ue, 77% in Italia).

Investimenti anche su sanità e Pmi

Anche su altri aspetti indagati da Vodafone-Kantar le percentuali degli italiani superano le medie europee. Per esempio, il 95% degli italiani pensa che i fondi europei dovrebbero impattare in maniera più urgente il settore sanitario (contro il 92% in Europa); il 92% ritiene che debba creare opportunità per le piccole imprese colpite dalla pandemia (contro l’88% in Europa) e il 92% dice che dovrebbe creare nuovi posti di lavoro (dato europeo: 86%).

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Per nove italiani su dieci è inoltre importante che il pacchetto di aiuti europei contribuisca a salvare posti di lavoro; per una percentuale quasi analoga è importante che i fondi del Recovery fund siano destinati anche alla lotta alla pandemia.

Il 33% degli italiani non crede nell’execution

Il 20% del Recovery fund è destinato alla digitalizzazione e ciò indica che gli obiettivi della Commissione europea sono in linea con le richieste dei cittadini dell’Ue. Tuttavia gli europei si mostrano scettici sull’execution. Gli obiettivi potrebbero restare insoddisfatti nel momento in cui entreranno nei piani nazionali di ripresa (come il Pnrr italiano).

I più scettici sono i cittadini di Germania, Grecia, Ungheria e Regno Unito, ma anche in Italia molti scuotono la testa: uno su tre teme che gli investimenti non saranno veramente indirizzati nelle aree su cui è stato promesso un intervento. I nostri connazionali temono che saranno dirottati vero il salvataggio di industrie in crisi, cassa integrazione e programmi per le imprese.

Meno di sette italiani su dieci pensa che i fondi europei dovrebbero essere legati a precise condizioni: il 34% vorrebbe condizioni più flessibili, il 33% è per un approccio più severo.

Allarme sulle risorse per il 5G

Il Pnrr afferma che la digitalizzazione è fondamentale perché abilita gli altri assi strategici (transizione ecologica e inclusione sociale), che dovranno guidare l’azione di rilancio del Paese. Tuttavia, secondo gli operatori telecom, secondo le prime indicazioni, alle misure per il 5G è stato destinato appena lo 0,5% delle risorse complessive. Gli iniziali 11 miliardi destinati al digitale quando erano iniziate le discussioni a inizio estate, riferiscono fonti di Ansa, a dicembre si sono ridotti a 5-6 miliardi e negli ultimi mesi sarebbero scesi a 3,3 miliardi, di cui solo 2,2 per banda ultralarga e 5G, quindi ragionevolmente solo 1 miliardo per il 5G.

Una cifra assolutamente insufficiente: complessivamente per le infrastrutture digitali servirebbero almeno 10 miliardi secondo i calcoli di Asstel.

La Germania ha previsto un investimento di circa 6 miliardi di euro per garantire, entro il 2025, il massimo sviluppo del 5G, in particolare nelle aree interne e rurali. Anche la Spagna, a dicembre 2020, ha presentato un piano di oltre 4 miliardi e l’Italia, fa notare l’industria delle Tlc, dovrebbe investire almeno altrettanto.

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