Digital Agenda più vicina per gli europei, ma l’Italia arranca

Digital Scoreboard 2014: in aumento gli utenti europei Internet che toccano quota 72%, ma gli italiani rimangono al palo e utilizzano servizi della Rete solo al 56%. L’allarme occupazione: “A rischio in Italia 180mila posti di lavoro”. Neelie Kroes: “Serve l’impegno congiunto di tutti gli Stati”. Ecco tutti i servizi sul rapporto della Commissione Ue e Istat

Pubblicato il 28 Mag 2014

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Un’Europa che vede crescere costantemente gli utenti Internet ma in cui la metà dei cittadini è priva di competenze digitali utili per il lavoro, un’Italia ancora sotto la media europea per uso della Rete e che arranca dietro gli altri Paesi anche su banda larga e competenze digitali, ma dove il 63,6% dei giovani cerca lavoro sul web. È la foto di gruppo scattata oggi all’Ict europeo e italiano, in cui confluiscono i dati del rapporto della Commissione europea, Digital Scoreboard, e quelli pubblicati dall’Istat.

Dal quadro delineato nel documento Ue, il 72% dei cittadini europei usa regolarmente Internet e il 47% acquista online. Dal 2010 è aumentato dal 60% al 72% l’uso regolare di Internet almeno una volta alla settimana da parte dei cittadini europei. I non utilizzatori del web sono scesi di un terzo a quota 20%. Si rivolgono agli esercizi commerciali virtuali il 47% degli europei. Quanto all’accesso alla banda larga, è ora garantito al 100% degli europei. Il documento segnala anche che la disponibilità di broadband 4G da mobile è aumentata al 59% dal 26% di un anno fa. “Siamo sulla buona strada per raggiungere 95 dei 101 obiettivi dell’Agenda digitale per l’Europa entro il 2015″ si legge nel rapporto. Tuttavia, insieme alle luci, ci sono le ombre. “Spesso i cittadini – prosegue il report – fanno fatica a soddisfare il loro appetito digitale, soprattutto nelle zone rurali, per mancanza di accesso alla banda larga ad alta velocità”. E altro problema rilevato dalla Commissione europea è l’eventuale creazione di “un divario in termini di qualifiche digitali”. Quasi il 50% della popolazione europea, dice la Commissione, non ha le necessarie competenze digitali per l’attuale mondo del lavoro. Poiché le richieste nel settore informatico stanno aumentando di sette volte rispetto al lavoro tradizionale, se non verrà colmata questa carenza di e-skills, ci si aspetta la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, 180mila solo in Italia.

Dal focus del rapporto Ue sull’Italia emerge il quadro di un Paese ancora indietro rispetto agli altri Stati membri. Secondo i numeri del report, che riporta i dati di fine 2013, la banda larga fissa copre il 99% delle abitazioni in Italia – a fronte di una media Ue del 97% – mentre nelle zone rurali la copertura è dell’88%.

Le reti Ngn, in grado di offrire almeno 30 Mbps in download sono disponibili per il 21% delle abitazioni (62% nell’Ue).

Sul lato mobile, le reti 4G (Lte) sono disponibili per il 39% della popolazione, in forte aumento rispetto al 2012 quando la percentuale era del 10%.

Ma se la copertura fissa c’è e quella mobile è in forte aumento, continua a restare al palo l’utilizzo di internet: solo il 56% degli italiani lo usa almeno una volta a settimana, ben al di sotto della media Ue che si attesta al 72%. L’Italia registra i tassi più bassi anche nell’uso quotidiano delle Rete, quelli relativo agli utenti cosiddetti frequenti, con il 54% che naviga ogni giorno a fronte di una media Ue del 62%. Complessivamente ben il 34% degli italiani non ha mai utilizzato internet, una percentuale molto più alta di quella Ue che è del 20%.

Lo scarso utilizzo della Rete fa il paio con i dati relativi alla diffusione delle competenze digitali. Il 60 % degli italiani non ha – o comunque ha bassissime – skill digitali rispetto al 47% europeo.

Dal rapporto 2014 dell’Istat emerge però un Paese che su Internet comincia ad andarci sempre più per cercare lavoro: lo fa il 63,6% dei giovani tra i 15 e i 34 anni, percentuale che è cresciuta sensibilmente del 22,1% rispetto al 2008. Al primo posto per chi vuole trovare un impiego c’è sempre la rete informale di parenti e conoscenti (81,9%) e l’invio del curriculum (76,3%). La ricerca sul web è così al terzo posto, seguita dalla consultazione delle offerte sui giornali (51,5%). Rispetto ai canali di intermediazione, il 29,3% dei giovani si rivolge al centro pubblico per l`impiego e il 20,8% ad altre agenzie private.

Infine sempre oggi il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini è intervenuta alla giornata conclusiva del progetto “Una vita da Social”, nato dalla Collaborazione tra Polizia di Stato e Miur, parlando di un uso responsabile di Internet. “La Rete è oggi uno strumento prezioso e imprescindibile per favorire e diffondere la conoscenza. Ma – ha affermato – può riservare brutte sorprese e incontri sbagliati soprattutto a chi, come i giovani, fa grande uso dei social. Non bisogna demonizzare la piazza virtuale, ma la scuola e le istituzioni in genere hanno il dovere di utilizzare gli strumenti a loro disposizione per parlare con i ragazzi e guidarli ad un uso corretto del web”.

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