Se ne parla da almeno un anno, ma stavolta un aggregatore di notizie targato Facebook, sulla scia di servizi come Flipboard ma anche di Google News e del nuovo News Digest di Yahoo!, potrebbe essere in dirittura d’arrivo. Secondo la stampa Usa e il sito specializzato Re/code, entro gennaio arriverà Facebook Paper, servizio che proporrà agli utenti notizie “su misura”, estrapolate dai siti di informazione ma anche dagli status dei propri “amici” sulla piattaforma sociale.
Il nuovo prodotto, che secondo fonti citate dal blog specializzato è conosciuto come ”Paper”, dovrebbe essere molto simile a Flipboard, ovvero un contenitore di informazioni a mo’ di magazine personale che propone le notizie in base ai propri interessi, alle fonti selezionate e ai propri contatti su social network, da Fb a Twitter. Paper potrebbe essere un’applicazione mobile a sé o un servizio online, per il web, adattato anche alla fruizione mobile. Il lancio dovrebbe avvenire nelle prossime settimane. Paper sarebbe il punto d’arrivo del cosiddetto progetto ”Reader” al quale lavora da diversi anni il team che e’ dietro il flusso di notizie di Facebook, il News Feed, già oggetto di un profondo redesign – nel look e nell’algoritmo – lo scorso anno.
Facebook Paper, forte del miliardo e passa di iscritti al social network, potrebbe dare del filo da torcere a servizi analoghi come Flipboard (100 milioni di utenti) e Pulse (30 milioni), nonché al recente News Digest di Yahoo! che però non è un aggregatore automatico di news, ma un magazine di notizie selezionate da una redazione.
In questo quadro va letta l’acquisizione da parte di Facebook della start up newyorchese Branch Media specializzata in applicazioni e servizi per condividere link con argomenti da discutere in rete. Il social network non ha specificato i dettagli finanziari dell’operazione ma secondo indiscrezioni pubblicate da The Verge si tratta di un acquisto da 15 milioni di dollari. L’obiettivo sarebbe quello di migliorare ulteriormente la gestione del flusso di notizie in tempo reale sulla sua piattaforma. Il team di Branch – 9 persone – rimarrà a New York e sarà integrato in Facebook in un nuovo gruppo di lavoro chiamato.
“Conversazioni, il cui scopo – spiega con un post su Fb il ceo di Branch Josh Miller – sarà aiutare gli utenti a creare connessioni basate sui propri interessi”. Branch e la sua app Potluck nascono all’interno dell’incubatore di start up Obvious che fra i suoi investitori annovera pure i “padri” di Twitter Evan Williams e Biz Stone. L’attenzione per il ”News Feed” da parte di Facebook è aumentata soprattutto negli ultimi mesi. Da poco il social network ha inaugurato un nuovo laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale anche con lo scopo di rendere il flusso di notizie sempre più ”pertinente” agli interessi degli utenti.
L’interesse deli big del web per il business delle news è salito. A dimostrarlo anche la nuova strategia di Yahoo! che prima di altri ha capito il “valore” delle notizie in Rete. In occasione del Ces di Las Vegas il ceo Marissa Mayer ha presentato la nuova App per il portale e un nuovo formato di magazine digitale.
“Oggi – ha detto la Mayer – chiunque abbia un cellulare e un account Twitter può dare notizie, ma in questo Tsunami dell’informazione tutti avvertono la mancanza di una qualità giornalistica. Ed è questa che noi vogliamo assicurare”. Con una particolare attenzione agli utenti mobile, che la Mayer ha quantificato in più di 400 milioni, per i quali è stato pensato Yahoo News Digest, una app aggregatrice che assume la forma di un magazine, pubblicato due volte al giorno con articoli, foto, video e tweet che vengono scelti e pubblicati da una redazione, che le selezioni da una serie di fonti, non per forza giornalistiche.
A illustrare il funzionamento della nuova app, che è già presente sull’app store, è stato Nick D’Aloisio, mentre a spiegare il nuovo formato dei magazine di Yahoo! è stato David Pogue, ex columnist tecnologico del New York Times, che ha anche paralto di “Yahoo Tech”, che ha l’obiettivo di “demistificare la tecnologia per i consumatori chiamando le cose come devono essere chiamate”.