LA CRISI DELLE BIG TECH

Meta, in Italia via a confronto su esuberi con i sindacati

I licenziamenti in corso riguardano anche il nostro Paese. Intanto oltreoceano Amazon annuncia che i tagli si protrarranno nel 2023. In casa Twitter fuggi fuggi dei dipendenti dopo l’aut aut di Musk

Pubblicato il 18 Nov 2022

Domenico Aliperto

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È partito il confronto tra Meta e i sindacati sugli esuberi proposti dal gruppo per la sede Italiana. “Il quadro emerso non può che confermare le nostre preoccupazioni: non una crisi aziendale ma la necessità di contenere costi su dipartimenti ritenuti meno profittevoli spostando i futuri investimenti a favore di altri ritenuti strategici (su tutti il metaverso). Strategia questa realizzata anche attraverso una riduzione delle spese ma soprattutto abbattendo il costo del lavoro, solo in Italia ben del 17%, una cifra questa di esuberi più alta di quella europea che si assesta al 13%”, spiegano in una nota i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. “Noi crediamo fortemente che un’azienda, ancor più una multinazionale delle dimensioni di Meta abbia un obbligo sociale nei confronti di quelle che loro chiamano risorse e pertanto la nostra richiesta è stata quella del ritiro della procedura o della diminuzione drastica dei licenziamenti”.

Il piano di tagli in Italia è parte integrante della ristrutturazione che Meta sta effettuando a livello globale: qualche giorno fa Mark Zuckerberg aveva annunciato il licenziamento di 11 mila persone, il 13% della forza lavoro globale del gruppo, assumendosene in prima persona la responsabilità. “Fondamentalmente, stiamo apportando tutti questi cambiamenti per due motivi: le nostre prospettive di entrate sono inferiori a quanto ci aspettavamo all’inizio di quest’anno e vogliamo assicurarci di operare in modo efficiente nelle due divisioni Family of Apps e Reality Labs. Non si tratta del grande lavoro svolto da questi gruppi, ma di ciò di cui abbiamo bisogno per il futuro”, ha chiarito Zuckerberg.

Amazon taglierà “una serie di ruoli” nel 2023

D’altra parte, Meta non è l’unica Big tech che si prepara a ridurre drasticamente il personale. Amazon, nella persona dell’amministratore delegato Andy Jassy ha comunicato che “eliminerà” una serie di ruoli. “Non abbiamo ancora concluso esattamente quanti altri saranno interessati, ma ogni leader comunicherà ai rispettivi team quando avremo definito i dettagli“. Amazon aveva già messo in atto un blocco delle assunzioni a livello corporate, ma sta assumendo magazzinieri in vista del Natale.

In precedenza era stato annunciato che la società stava valutando la possibilità di tagliare fino a 10 mila posti di lavoro. Jassy ha affermato che le decisioni verranno condivise con i dipendenti all’inizio del 2023. È stata “senza dubbio la decisione più difficile” che il manager abbia preso da quando è nel gruppo, ha detto sottolineando che così non si eliminano soltanto dei ruoli “ma piuttosto persone con emozioni, ambizioni e responsabilità le cui vite saranno influenzate” da questa scelta. “La chiave sarà fare ciò che Amazon sa fare meglio – ossessionarsi per i clienti e inventare incessantemente per loro conto – e se lo facciamo, dovremmo essere tutti molto ottimisti riguardo al futuro di Amazon”.

Il fuggi fuggi dei dipendenti di Twitter

In Twitter invece sono i dipendenti ad andarsene. Si moltiplicano infatti le dimissioni all’interno del gruppo dopo la scadenza dell’ultimatum di Elon Musk, che aveva dato tempo ai dipendenti fino a ieri pomeriggio per decidere se conservare il posto di lavoro, a patto di fornire prestazioni “eccezionali”.

Contestualmente all’esodo, Twitter ha comunicato ai dipendenti che gli uffici dell’azienda saranno temporaneamente chiusi, con effetto immediato, fino a lunedì prossimo. Il messaggio con cui l’azienda ha comunicato la chiusura prosegue dicendo ai dipendenti “di continuare a rispettare la politica aziendale astenendosi dal discutere informazioni riservate sui social media, con la stampa o altrove”.

Una delle prime mosse di Musk è stata quella di sovvertire la precedente politica dell’azienda del “lavoro da casa per sempre“, decisa dal suo amico personale e collaboratore, l’ex Ceo di Twitter Jack Dorsey. “Guardando avanti, per costruire un Twitter 2.0 rivoluzionario e avere successo in un mondo sempre più competitivo, dovremo essere estremamente hardcore. Ciò significherà lavorare per lunghe ore ad alta intensità. Solo prestazioni eccezionali daranno diritto a un voto positivo. Il miliardario ha anche affermato che lascerebbe le persone che “hanno performance a livello eccezionale” libere di operare in smart working, ma che preferisce la collaborazione in ufficio.

In un paio di e-mail inviate ai collaboratori Elon Musk avrebbe infatti scritto: “Per quanto riguarda il lavoro a distanza, tutto ciò che è richiesto perché sia approvato è che il tuo manager si assuma la responsabilità di garantire che tu stia dando un contributo eccellente. Si prevede inoltre che tu abbia incontri di persona con i tuoi colleghi con una cadenza ragionevole, idealmente settimanale, ma non meno di una volta al mese. “A rischio di affermare l’ovvio, qualsiasi manager che affermi falsamente che un suo collaboratore sta svolgendo un lavoro eccellente o che un determinato ruolo è essenziale, remoto o meno, verrà escluso dall’azienda”.

Il problema è che nell’e-mail, Musk non fornisce indicazioni su ciò che costituisce “un lavoro eccellente”, e alcuni dipendenti, parlando con la Cnbc, hanno detto di non aver ricevuto linee guida formali dalle risorse umane sul lavoro a distanza.

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