DATI PERSONALI

Privacy, Washington mette Facebook “sotto tutela”

Non basta la multa potenziale fra i 3 e i 5 miliardi di dollari per violazione delle leggi sulla data protection. La Federal Trade Commission è pronta a chiedere al social di istituire un comitato di vigilanza “indipendente” e nominare un top manager pre-approvato dall’agenzia

Pubblicato il 02 Mag 2019

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Facebook è vicina a chiudere il patteggiamento con la Federal trade commission americana (Ftc), che ha accusato il social media di aver violato le regole sulla protezione dei dati personali: come parte dell’accordo, l’azienda di Mark Zuckerberg dovrà istituire un comitato di vigilanza sulla privacy indipendente e nominare un top manager della privacy pre-approvato da Washington per evitare un nuovo caso Cambridge Analytica. Lo riporta oggi la testata Politico. Le richieste della Ftc si aggiungono alla multa compresa tra 3 e 5 miliardi di dollari già anticipata da Facebook come condizione del patteggiamento.

Le trattative con la Ftc sono ancora in corso e le notizie trapelate tramite Politico potrebbero subire delle modifiche. Tuttavia, una fonte vicina alle due parti rivela che la multa sarà probabilmente più vicina ai 5 che ai 3 miliardi di dollari, che il comitato indipendente di vigilanza sui temi della privacy potrà includere membri del Cda di Facebook e che lo stesso ceo Zuckerberg potrebbe assumere il ruolo di “designated compliance officer” con la responsabilità di attuare le policy aziendali sulla protezione dei dati personali. Zuck sarà personalmente responsabile di come Facebook gestisce la privacy dei suoi utenti e reagisce a eventuali problemi.

L’indagine della Ftc è stata aperta dopo lo scandalo Cambridge Analytica, l’ormai defunta società di marketing politico che ha catturato tramite una app su Facebook i dati di 87 milioni di utenti della piattaforma social senza il consenso degli interessati. Il mancato controllo sul data sharing sul sito di Zuckerberg è diventato non solo un motivo di preoccupazione per i governi di diversi paesi del mondo: per le autorità americane implica la violazione di un precedente accordo raggiunto da Facebook con la Ftc nel 2011 proprio sulla tutela della privacy. Lagenzia federale Usa, con poteri sia di vigilanza antitrust che di protezione dei consumatori, ha aperto un’indagine sul caso Facebook-Cambridge Analytica a marzo 2018. Il Washington Post aveva già anticipato che questa volta (al contrario di quanto avvenuto nel 2011) sarebbe arrivata una multa.

Secondo Politico, i cambiamenti strutturali che la Ftc potrebbe imporre adesso pesano più della pur consistente sanzione. Facebook ha un valore di mercato che supera i 500 miliardi di dollari e fonda il suo business sulla capacità di vendere ads mirate grazie ai profili dettagliati degli utenti, che il social può creare catturando in misura massiccia i dati dei suoi 2,4 miliardi di utenti mondiali. La sanzione di almeno 3 miliardi di dollari non ha suscitato particolare preoccupazione a Wall Street ma l’imposizione di un nuovo comitato di vigilanza e la supervisione di un privacy officer (definito “assessor”) col necessario beneplacito di Washington potrebbe creare qualche nervosismo: la Ftc avrebbe di fatto un potere di veto sulla scelta di questo top manager. Inoltre, il comitato sulla privacy dovrebbe riunirsi ogni trimestre e produrre dei resoconti sulle pratiche dell’azienda relative ai dati personali.

D’altro canto, per le associazioni dei consumatori e i paladini della privacy qualunque misura imposta dalla Ftc non sarà veramente risolutiva, perché non impone alcuna nuova restrizione sul modo in cui Facebook raccoglie e sfrutta i dati né implica la rimozione di Zuckerberg come presidente del board o almeno un controllo sulla sua leadership, come richiesto da alcune di queste associazioni. “Il comitato indipendente che sarà interno a Facebook e con membri del Cda di Facebook non è affatto indipendente”, osserva Marc Rotenberg, executive director dell’Electronic privacy information center. “Non ci sono nuovi obblighi sulla privacy né mezzi per assicurare la compliance. E rendere Mark Zuckerberg personalmente responsabile che cambiamento è? Zuckerberg è già Facebook”.

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