STRATEGIE

Transizione digitale, Draghi: “Scuola al centro della svolta. Via gli ostacoli al talento femminile”

Il presidente del Consiglio in visita all’Its di Bari: “Formazione cruciale per affrontare la sfida tecnologica e ambientale. La Ue dovrà investirà 650 miliardi l’anno fino al 2030 per riconvertire il tessuto industriale e riallineare domanda e offerta di competenze”

Pubblicato il 26 Ott 2021

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“Oggi abbiamo davanti una trasformazione epocale. Le due transizioni – quella digitale e quella ambientale – richiedono un’ampia e ambiziosa programmazione, che deve coinvolgere anche il nostro sistema educativo”. Lo ha detto a Bari il premier Mario Draghi nel corso della visita all’Its, Istituto tecnico superiore per la formazione post diploma ‘Cuccovillo’, a Bari.

L’impegno dell’Unione europea

“Secondo alcune stime, l’Unione europea dovrà investire circa 650 miliardi all’anno fino al 2030 per affrontarle – ha continuato -. Dovremo costruire nuove infrastrutture, riconvertire il nostro tessuto industriale. E riallineare la domanda e l’offerta di competenze, soprattutto per le professioni ad elevata specializzazione”.

Perché dalla formazione, ha proseguito Draghi, “non dipende solo il vostro futuro, ma quello di tutti noi. Le società più prospere sono quelle che preparano meglio i loro giovani a gestire i cambiamenti“.

Innovazione fattore di crescita per il territorio

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il programma di investimenti e riforme che abbiamo concordato con la Commissione Europea – ha sottolineato il premier – mette al centro voi e i
vostri coetanei. Per questo ho deciso di iniziare da qui un percorso che illustri il Pnrr e che nelle prossime settimane coinvolgerà tutto il Governo”.

“Qui, come in altri Its – ha detto Draghi – avete dimostrato di saper preparare il futuro. Ogni giorno vi confrontate con lo sviluppo e con il progresso. Imparate a conoscere da vicino le macchine che migliorano la sicurezza nei trasporti o che analizzano i dati sanitari. Toccate con mano quanto la capacità produttiva sia importante per le vite delle persone. E quanto l‘innovazione possa fare la differenza in un territorio“.
“A livello nazionale – ha proseguito – i tassi di occupazione tra i diplomati Its sono molto elevati. Il 92% trova un lavoro coerente con il proprio percorso di studi. Questo successo è reso possibile da un’offerta formativa che punta sui settori più innovativi. E che, anche grazie ai contatti con l’industria, risponde alle esigenze delle imprese e dei territori”.

La sfida del divide di genere

“È nostro dovere abbattere i pregiudizi e gli ostacoli che ancora ostacolano il talento femminile – ha detto Draghi -. A oggi, solo il 28% dei diplomati Its sono donne. Una sfida che possiamo vincere solo se partiamo dalla scuola”.

Il premier affronta anche il tema della riforma degli istituti tecnici: “La riforma degli Its, attualmente all’attenzione del Senato dopo l’approvazione alla Camera – ha spiegato Draghi – intende allineare la formazione tecnica superiore alle aree tecnologiche del futuro, come la mobilità sostenibile e le biotecnologie. Vogliamo sia approvata definitivamente nel 2022, insieme alla riforma degli istituti tecnici e professionali”. “Inoltre – ha aggiunto – dobbiamo incrementare il numero di iscritti Its al Sud. L’istruzione tecnica all’avanguardia è essenziale per ridurre la disoccupazione giovanile, che nel Mezzogiorno è molto più alta della media italiana ed europea. Il processo di convergenza tra Nord e Sud è fermo da decenni“.
“Investire negli Its, e più in generale in istruzione, ricerca e trasferimento tecnologico – ha spiegato Draghi – può contribuire a farlo ripartire. E per riuscirci, dobbiamo copiare le esperienze virtuose, come quella del vostro istituto”. “A voi giovani spetta il compito di trasformare l’Italia – ha concluso -. Il nostro compito è mettervi nelle condizioni di farlo al meglio. Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere. Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e – perché no – un
pizzico di incoscienza”.

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