IL PATTO

Smart working e digital skills i pilastri del nuovo contratto dei dipendenti pubblici

Firmata all’Aran la preintesa per il rinnovo del Ccnl del comparto delle Funzioni centrali, in vista della riforma prevista dal Pnrr. Fra le novità il potenziamento della formazione per sostenere la trasformazione digitale e la regolazione del lavoro agile in modo più strutturato

Pubblicato il 21 Dic 2021

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Comprende anche una più strutturata regolamentazione dello smart working e il potenziamento della formazione e dello sviluppo delle competenze, passaggio centrale nella transizione al digitale, la preintesa per il rinnovo del ccnl del Comparto delle funzioni centrali (Ministeri, Agenzie fiscali ed enti pubblici non economici) per il triennio 2019-2021, firmata oggi dalla Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche (Flp). La firma rappresenta un traguardo operativo anche simbolico: i contratti danno attuazione concreta alla milestone del Pnrr che prevede, entro il primo semestre del 2022, la riforma del lavoro pubblico.

Brunetta: “Un atto apripista per gli altri comparti”

Con la firma “rispettiamo l’impegno che avevo preso il 10 marzo siglando con i sindacati il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale – afferma il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta -. Con il contratto, linfa del cambiamento, ridiamo centralità e dignità al capitale umano che muove la macchina amministrativa del Paese e che è stato protagonista indiscusso della tenuta italiana davanti alla tragedia della pandemia. La firma odierna, apripista per gli altri comparti, a partire da sanità ed enti locali, è la conclusione di un percorso di negoziati basati sulla fiducia reciproca, sulla responsabilità e sulla partecipazione”.

“Tra le principali novità  – chiarisce Brunetta – ci sono proprio i contenuti del Patto del 10 marzo: la riforma degli ordinamenti professionali e delle carriere, finanziata con appositi stanziamenti appena approvati nella legge di bilancio; la creazione di una quarta area per i funzionari dedicata alle “elevate professionalità”; il potenziamento della formazione e dello sviluppo delle competenze, centrale nel mio disegno riformatore per sostenere la transizione digitale; la regolazione del lavoro agile, che sancisce il superamento dello smart working emergenziale a favore di una modalità di lavoro finalmente strutturata, con diritti a tutela dei lavoratori e condizioni precise a garanzia della soddisfazione di cittadini e imprese”. Solo poche settimane fa sulla regolamentazione dello smart working erano state pubblicate le specifiche linee guida per la Pa.

Carlomagno (Flp): “Bene ma non benissimo”

“Abbiamo migliorato molto, nel corso della contrattazione, l’impianto iniziale proposto dall’Aran, riteniamo che sia un buon contratto per i lavoratori. Lo ha dichiarato Marco Carlomagno, segretario generale della Federazione Lavoratori Pubblici e funzioni pubbliche (Flp) commentando la firma.  “Siamo riusciti, in extremis, a migliorare la tutela della salute dei malati oncologici, di Covid e con altre malattie gravi che potranno fare i controlli periodici senza essere costretti ad usare le loro ferie, abbiamo riportato alla piena contrattazione integrativa la sicurezza sui luoghi di lavoro e definito le fasce di connessione per lo smart working“.

“Infine, aspettiamo che venga confermato in legge di bilancio l’aumento delle somme dedicate alle carriere – prosegue -. Se a questo aggiungiamo l’istituzione dell’Area delle elevate professionalità, per la quale la Flp si sta battendo da anni, e la perequazione dei trattamenti economici tra i Ministeri, possiamo dire a giusta ragione che il contratto è positivo per i lavoratori”.  Purtroppo la quarta area in prima battuta resterà inspiegabilmente vuota, per volontà dell’Aran e delle altre organizzazioni sindacali, ma non potrà restare così in eterno. Il rischio, sventato dalla Flp, era che non venisse affatto attivata, giacché la norma prevedeva la possibilità, ma non l’obbligo, per la contrattazione di prevedere un’area apposita per le alte professionalità.

E prosegue il segretario generale della Flp: ”Avremmo voluto che questo contratto segnasse una svolta per le pubbliche amministrazioni, ma non c’è stato abbastanza coraggio. Le rigidità sui modelli organizzativi, che restano arcaici, e sull’uso di nuove modalità lavorative impediranno il pieno dispiegarsi delle potenzialità di una macchina amministrativa che possiede competenze inimmaginabili senza nemmeno esserne a conoscenza. Alla fine, chi ci rimette sono cittadini e imprese, per questo – conclude Carlomagno – siamo moderatamente soddisfatti per il contratto, buono per i lavoratori ma non altrettanto per il Paese, che meriterebbe una pubblica amministrazione più efficace”.

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