STRATEGIE

Facebook alle grandi manovre, in cantiere l’anti-Clubhouse

Il social punta alla creazione di una piattaforma solo audio sullo stile della app senza testo e immagini. Ma non solo: rafforzata la funzione contro hating e bullismo e via alla riduzione di contenuti politici

Pubblicato il 12 Feb 2021

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Novità in vista per Facebook. Che non solo mette in cantiere una piattaforma in stile “Clubhouse”, ma punta anche a mettersi al riparo da polemiche e indagini rafforzando privacy e sicurezza digitale per gli utenti.

Il social media di Mark Zuckerberg sta infatti lavorando a un nuovo prodotto simile alla popolare app Clubhouse. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali il social di Mark Zuckerberg punta a espandersi in nuove forme di comunicazione.

Clubhouse, piattaforma solo audio, è stata sviluppata da Paul Davison e Rohan Seth, ex dipendenti di Pinterest e Google, ed è diventato popolare nelle ultime settimane, consente agli iscritti di riunirsi via audio in ‘stanze’ per parlare di temi specifici. Zuckerberg, secondo indiscrezioni, è interessato a forme di comunicazione audio ed  intervenuto su Clubhouse per parlare di realtà virtuale. Prima di lui si è iscritto alla nuova piattaforma Elon Musk. Clubhouse, intanto, si aggiorna e lancia una funzione antri-troll, i disturbatori della rete.

Intelligenza artificiale acchiappa-haters

Buone notizie sul fronte hating. Il social annuncia che il 97% dei contenuti odio rimossi sono stati individuati grazie ai sistemi di Intelligenza artificiale. Nel trimestre precedente la percentuale era al 94%, l’80,5% alla fine del 2019, nel 2017 era al 24%. E’ uno dati che emerge dal Report periodico sull’applicazione degli Standard della community che mostra come la società ha affrontato questo tipo di contenuti.

Riguardo a bullismo e molestie sessuali l’individuazione grazie all’AI è passata su Facebook dal 26% nel terzo trimestre 2020 al 49% nel quarto trimestre, e su Instagram dal 55% all’80%. Un’altra area che ha fatto progressi con l’AI è il modo in cui i sistemi funzionano in più lingue, anche quelle ampiamente parlate come spagnolo e arabo: la quantità di contenuti di incitamento all’odio rimossa ha raggiunto 26,9 milioni, rispetto ai 22,1 del trimestre precedente.

“Stiamo lentamente proseguendo nel reintegrare la nostra forza lavoro addetta alla revisione dei contenuti a livello globale – spiega Guy Rosen, VP of Integrity di Facebook – anche se prevediamo che quest’area sarà influenzata dal Covid-19 fino a quando un vaccino non sarà ampiamente disponibile. A causa della limitata capacità, diamo priorità ai contenuti più dannosi, come i contenuti di suicidio e autolesionismo, che vengono esaminati dai nostri team”.

Per il 2021 la società, “intende condividere ulteriori metriche su Instagram e aggiungere nuove categorie di policy su Facebook” e continuerà “a ottimizzare le tecnologie e gli sforzi per tenere i contenuti dannosi fuori dalle app”.

Meno politica nei post

Ma ci si muove anche sul terreno dei post politici, fronte particolarmente conflittuale soprattutto a ridosso di campagne elettorali. Facebook sta infatti sperimentando meno contenuti politici nel flusso delle notizie, in linea con un piano già delineato da Mark Zuckerberg.

Una mossa che arriva mentre Twitter mette un bando permanente su Trump e la Commissaria europea Vera Jourova annuncia nuove regole sulle pubblicità politiche online.

Facebook inizierà a testare il cambiamento “su una piccola percentuale di persone” in Canada, Brasile e Indonesia questa settimana e negli Stati Uniti nelle prossime settimane. “Durante questi test esploreremo diversi modi per classificare i contenuti politici nei feed degli utenti, poi decideremo gli approcci da utilizzare in futuro”, ha detto il direttore della gestione del prodotto Aastha Gupta.

La modifica non influirà sulle informazioni sulla pandemia di Covid-19 e sui contenuti delle organizzazioni sanitarie globali o delle agenzie governative ufficiali. “Come ha detto Mark Zuckerberg nella nostra recente trimestrale, un feedback comune che abbiamo è che le persone non vogliono che i contenuti politici prendano il sopravvento sulle loro notizie – ha detto Gupta – Nei prossimi mesi, lavoreremo per comprendere meglio le diverse preferenze delle persone per i contenuti politici”.

Registrazione per i giornalisti

Per finire, più protezione agli utenti giornalisti: arriva infatti anche in Italia la Registrazione dedicata che offre la possibilità, per chi lavora per una testata giornalistica come dipendente o freelance, di registrarsi su Facebook e accedere a funzionalità di sicurezza che aiutano a proteggere ulteriormente il proprio profilo e spiega il social network in una nota.

Ai giornalisti registrati, il social fornirà l’accesso a CrowdTangle Search (una piattaforma di analisi) e la possibilità di richiedere il Blue Badge di verifica. La registrazione è volontaria, si può visitare la pagina dedicata nel Centro Assistenza di Facebook.

Lanciata a giugno 2020 inizialmente in Usa, Messico, Brasile e Filippine, la Registrazione per i Giornalisti viene così estesa ad altri paesi, tra cui l’Italia, con alcuni aggiornamenti rispetto al lancio.

Può da oggi registrarsi chi possiede i seguenti requisiti: lavorare per una testata giornalistica registrata come pagina di notizie su Facebook (si può dimostrare fornendo un indirizzo email professionale che corrisponde al dominio della testata giornalistica); per i freelance, fornendo il link a cinque articoli che accreditano la persona come autore o collaboratore di una testata registrata come pagina di notizie su Facebook oppure un link alla propria biografia sul sito della testata o dell’editore.

“La registrazione rappresenta l’impegno di Facebook per poter meglio sostenere i giornalisti sulla propria piattaforma – spiega la società – continueremo a lavorare con le testate giornalistiche, gli accademici e le imprese per trovare altri modi per supportare i giornalisti registrati”.

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