COPYRIGHT

La stampa italiana a fianco del nuovo diritto d’autore, Lorusso: “Riequilibrare il mercato”

Per la Fnsi serve “introdurre meccanismi di riequilibrio del mercato e di redistribuzione delle risorse”. Il segretario generale: “Approvare il regolamento Ue prima possibile”. Contrario il M5S, l’europarlamentare Isabella Adinolfi: “Chiederemo di riaprire la partita”

Pubblicato il 28 Giu 2018

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Copyright europeo “irrinunciabile” per la Fnsi: anche la stampa scende in campo sul tema “diritto d’autore sì o no” che vede il governo italiano, Luigi Di Maio in testa, opporsi alla direttiva approvata dalla Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo e che approderà in aula a Strasburgo la prossima settimana. In un momento di particolare tensioni con gli Usa la proposta dell’Europa tenta di trovare un punto di equilibrio nei rapporti economici su alcuni settori – informazione appunto, ma anche entertainment, comunicazione – travolti dalla gestione “disruptive” delle piattaforme Usa over the top. 

Secondo Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, il regolamento “introdurre meccanismi di riequilibrio del mercato e di redistribuzione delle risorse”.

“Premesso che in alcun modo sarebbero penalizzati gli utenti della rete – sostiene il segretario generale della Fnsi – si tratta di chiedere di pagare royalties a chi quotidianamente saccheggia attraverso piattaforme digitali e motori di ricerca una grande quantità di informazione professionale prodotta dalle aziende editoriali, ricavando ingenti profitti dalla raccolta pubblicitaria e dalla circolazione dei dati”.

“Chi produce informazione, in Italia come nel resto d’Europa, è un imprenditore che investe, assume giornalisti e personale dipendente e, per questo, si aspetta un ritorno in termini di fatturati e di utili – dice ancora Lorusso -. Se il prodotto giornalistico non soltanto viene messo a disposizione gratuitamente attraverso la rete, ma addirittura consente agli Over the top di moltiplicare i profitti, esiste un problema non soltanto per le imprese che fanno informazione, costrette a ridurre il personale e a ridimensionare l’offerta di notizie, ma anche per la democrazia in generale”.

“L’augurio – conclude – è che il Parlamento europeo approvi senza indugi la direttiva, ribadendo così che l’informazione professionale, libera e plurale è ancora uno dei pilastri su cui si fonda l’Unione”.

Prosegue però la campagna anti-copyright del M5S che vede in prima linea il vice premier Luigi Di Maio: “I cittadini chiedono che Internet resti libero – scrive in una nota l’europarlamentare pentastellata Isabella Adinolfi -. Oltre 550 mila cittadini europei hanno sottoscritto la petizione su change.org contro la direttiva, è un forte un segnale che va ascoltato”. Secondo Adinolfi “il testo votato è obsoleto e non tiene contro delle tecnologie che stanno cambiando il modo di comunicare e informare. Gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle saranno fra i 76 firmatari che chiederanno la settimana prossima di riaprire la partita”.

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