TELEMARKETING SELVAGGIO

Chiamate indesiderate e “mute”: ecco come segnalarle al Garante

Sul sito dell’Autorità della privacy le istruzioni per denunciare anche le telefonate effettuate attraverso call center robotici. Online una guida per proteggersi dal vishing, truffa via telefono per appropriarsi di dati personali e sottrarre denaro

Pubblicato il 24 Mar 2023

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Telemarketing selvaggio, un nuovo strumento a disposizione dei cittadini per bloccare le chiamate indesiderate e anche quelle “mute”. Lo battezza l’Autorità della privacy che pubblica sul proprio sito le istruzioni per segnalare chiamate promozionali effettuate con sistemi automatizzati o con l’intervento di un operatore. Online, inoltre, i suggerimenti del Garante per difendersi dal vishing, la truffa va telefono per appropriarsi di dati personali e sottrarre denaro. Il plauso di Assocontact: “Uno strumento utile”.

Come fare le segnalazioni al Garante privacy

Sul sito dell’Autorità è presente un modulo da riempire. La segnalazione deve riguardare un solo titolare (il soggetto nel cui interesse è effettuata la promozione) ma possono essere inserite segnalazioni relative a più chiamate (purché riferite sempre allo stesso titolare).

La segnalazione può riguardare anche la ricezione di “telefonate mute”, ovvero chiamate effettuate per finalità commerciali, nelle quali la persona contattata, dopo aver sollevato il ricevitore, non viene messa in comunicazione con nessun interlocutore (in sottofondo si possono sentire rumori ambientali).

Viene raccomandata la massima precisione nella compilazione dei dati poiché, spiega l’Autorità, “data l’ingente mole di segnalazioni che pervengono al Garante, le informazioni comunicate nel presente modulo saranno esaminate in maniera automatizzata aggregando e confrontando le informazioni ricevute”. Si ricorda inoltre che “le false dichiarazioni all’Autorità hanno conseguenze di carattere penale”.

Le informazioni trasmesse saranno tenute in considerazione, si legge in una nota, “nell’ambito della generale e costante attività condotta dall’Ufficio per contrastare il fenomeno delle comunicazioni indesiderate”.

Una volta completata la procedura per la segnalazione online, in base agli elementi inseriti, il sistema invierà in risposta una email automatica contenente alcune preliminari informazioni sul fenomeno segnalato e sui rimedi attivabili. Non necessariamente seguiranno altre comunicazioni da parte dell’Ufficio.

Vishing telefonico, ecco come riconoscerlo

Il vishing (o phishing vocale) è una forma di truffa, sempre più diffusa, che utilizza il telefono come strumento per appropriarsi di dati personali – specie di natura bancaria o legati alle carte di credito – e sottrarre poi somme di denaro più o meno ingenti. Una nuova scheda del Garante privacy spiega perché può essere molto pericoloso e fornisce  suggerimenti utili per difendersi.

Di solito le vittime vengono contattate telefonicamente da finti operatori (di banche o di società che gestiscono bancomat o carte di credito) che, con la scusa di presunte “anomalie”, chiedono alle persone, nel loro stesso interesse, di collaborare a mettere in campo necessarie (e false) “procedure di sicurezza”.

Nel caso più frequente, i truffatori (i “visher”) chiedono direttamente di fornire i riferimenti del conto corrente o della carta di credito (come il pin del bancomat o quello utilizzato per l’Internet banking, il numero della carta, il codice di sicurezza sul retro della carta, i dati della password temporanea per eseguire operazioni sul conto bancario e sulla carta di credito, ecc.).

In altri casi – durante o dopo la finta telefonata di allarme – viene inviato sul cellulare un messaggio con un codice di conferma e viene chiesto alla vittima di leggerlo ad alta voce all’operatore. Tale codice serve in realtà ad autorizzare trasferimenti di denaro a vantaggio dei truffatori, entrati precedentemente in possesso dei dati bancari o della carta di credito (ad esempio, attraverso altre azioni di phishing o tramite altri cybercriminali).

Alle vittime può anche essere chiesto di scaricare e installare app e programmi, che ufficialmente dovrebbero servire per proteggere conti e carte di credito, ma che in realtà possono operare come trojan (cioè programmi malevoli) utili a carpire dati personali o addirittura capaci di accedere alle app e ai programmi con cui si gestiscono internet banking e carte di credito. Spesso i truffatori chiedono alle loro vittime di inserire nella app malevola dati bancari o della carta di credito, per poi appropriarsene. 

Come difendersi dal vishing

Dati e informazioni personali, codici di accesso, pin password, dati bancari e della carta di credito non dovrebbero mai essere comunicati a sconosciuti. È importante tenere presente che amministrazioni pubbliche, banche e aziende fornitrici di carte di credito  conoscono già determinate informazioni (numero di conto o numero della carta, ecc.) e non ci dovrebbero chiedere quelle informazioni che, di solito, esse stesse ci invitano a mantenere riservate (PIN, password, codici di autorizzazione, ecc.).

Altra buona cautela è quella di evitare di richiamare numeri sconosciuti, soprattutto nel caso di telefonate mute con caduta immediata della linea e se la numerazione appare anomala.

Se si ha il dubbio di essere stati o poter essere vittime di vishing (e in generale di phishing) è consigliabile contattare immediatamente la banca o il gestore della carta di credito attraverso canali di comunicazione conosciuti e affidabili per segnalare e, in caso di sottrazione di denaro, richiedere il blocco delle transazioni. In questa seconda ipotesi, si può anche segnalare la truffa subita alle autorità di polizia.

Assocontact: “Strumento utile”

“Siamo soddisfatti, il Codice di condotta è uno strumento prezioso e devo ringraziare l’Autorità Garante della Privacy che ci ha fornito tutto il supporto necessario ad arrivare a meta”. Lo afferma Lelio Borgherese, presidente di Assocontact commentando l’operatività del Codice di condotta sul telemarketing annunciato dal Garante della privacy. “Per noi è il segno che la strada intrapresa è giusta – aggiunge -. Questo Codice è la conferma della scelta vincente di un metodo di lavoro in cui la logica di un responsabilità collettiva e un approccio corale e dialogico ha prevalso. Ciascuno con le proprie identità e interessi ha lavorato ad un progetto comune a beneficio di tutti”, aggiunge il presidente operativo dell’Osservatorio imprese e consumatori, Raffaella Grisafi. Per Assocontact, “il Codice di condotta è infatti solo uno dei tasselli strategici per mettere in sicurezza i lavoratori e le lavoratrici e rilanciare il settore attraverso la qualità del servizio”.

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