Iliad e Vodafone sarebbero in trattativa per fondere le attività in Italia. Questa l’indiscrezione di Reuters alla vigilia del lancio, da parte del quarto operatore mobile, dell’offerta per la banda ultralarga fissa.
Che il mercato italiano delle Tlc faccia fatica a reggere con quattro operatori mobili è oramai cosa nota. Ma sarebbero maturi i tempi per un consolidamento: le condizioni poste a suo tempo dalla Commissione europea a seguito della fusione fra Wind e Tre – ossia la presenza di un quarto operatore a tutela della concorrenza – si sono rivelate fallimentari da un punto di vista della tenuta del mercato ed oggi non hanno più ragione di esistere considerato che Fastweb dal 2019 è ufficialmente configurato come quinto operatore mobile dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal Mise per rilevare da Tiscali 40 Mhz nella banda 3.5-3.6 Ghz. Il matrimonio fra Linkem e Tiscali è un altro segnale evidente della strada che sta prendendo il nostro Paese. E un report dei giorni scorsi a firma di Hsbc ha prefigurato uno scenario più che allarmante a seguito del debutto di Iliad nel mercato della banda ultralarga. E da un report di SosTariffe.it emerge che il canone medio mensile nel 2021 si aggirava sugli 11,09 euro e da inizio 2022 è sceso a 10,59 euro, il tutto a fronte di un incremento del 50% dei GB disponibili, a parità di prezzo del pacchetto.
Attraverso un merger Iliad-Vodafone si tornerebbe dunque alla configurazione a quattro. Stando ai primi calcoli dalla fusione nascerebbe la prima compagnia mobile italiana con una marketshare del 36% circa e revenue aggregate per 6 miliardi di euro. A quanto riferisce Reuters i due gruppi avrebbero avuto i primi contatti a Londra e la società guidata da Xavier Niel avrebbe incaricato la banca d’affari Lazard di sondare la il colosso britannico per verificare la fattibilità del progetto di fusione.