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Italtel, appello dei sindacati: “Intervento pubblico anti-spezzatino”

Nell’incontro con Mise e azienda, Fim, Fiom e Uilm chiedono nuove misure di ristrutturazione del debito per la società avviata verso la procedura di concordato in bianco. Confermata l’acquisizione da parte di Pillarstone della quota di debito da Unicredit

Pubblicato il 25 Giu 2020

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“Nuovo accordo di ristrutturazione del debito di Italtel e forte intervento pubblico per salvaguardare e rilanciare l’azienda nella sua integrità”: lo chiedono i sindacati Fim, Fiom e Uilm nel corso dell’incontro tra il ministero dello Sviluppo economico, le direzioni di Italtel ed Exprivia – azionista di maggioranza – Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali e il coordinamento nazionale delle Rsu Italtel. All’incontro, cui era presente la sottosegretaria allo Sviluppo economico Mirella Liuzzi, hanno preso parte anche i rappresentanti delle Regioni Lombardia, Lazio e Sicilia e un rappresentante di Sace. Il Mise ha dichiarato che riconvocherà le parti nelle prossime settimane.

Verso il concordato

All’ordine del giorno la difficile situazione nella quale si è venuta a trovare la storica società delle tlc controllata da Exprivia (81%) e partecipata da Cisco (19%), avviata verso una procedura di concordato in bianco. Il conto alla rovescia per i 120 giorni necessari per la presentazione della domanda definitiva di concordato o di una domanda di accordi di ristrutturazione dei debiti ha preso avvio l’11 maggio.

Nell’incontro l’azienda ha comunicato che nei giorni scorsi una società del gruppo finanziario Pillarstone ha acquistato la quota di debito di Italtel da Unicredit.

Secondo Marco Giglio, Roberta Turi e Michele Paliani, coordinatori nazionali Fim, Fiom e Uilm di Italtel “l’azienda è oggi in grande difficoltà, insieme ad altre del settore, a causa della riduzione del volume delle commesse Tim rispetto al 2018 e un rallentamento delle attività che svolgono per Open Fiber, che hanno prodotto una drastica diminuzione del fatturato nel 2019”.

Sindacati: serve strategia Tlc per il Paese

“Il paese ha bisogno di una strategia pubblica per le telecomunicazioni che consenta di portare la banda ultralarga e connessioni veloci alla PA – fanno presente i sindacati -, alle imprese e ai cittadini ma che permetta, nel contempo, la tenuta occupazionale delle aziende cui vengono affidati i compiti di progettazione e costruzione delle reti, dei prodotti e dei servizi per le tlc. È paradossale che mentre si parla della necessità di una rete di telecomunicazioni a larga banda si debbano gestire continue ristrutturazioni nelle aziende che operano in questo comparto”.

Italtel rappresenta infatti per l’Italia “un’azienda strategica, le cui lavoratrici e lavoratori hanno competenze e know how che non devono essere dispersi. Per questo abbiamo chiesto al Mise che si determini immediatamente un forte intervento pubblico, anche attraverso Cdp, per salvaguardare e rilanciare l’azienda nella sua integrità e scongiurare spezzatini che avrebbero ripercussioni estremamente negative sui lavoratori. Riteniamo positivo che il ministero abbia condiviso la necessità di salvaguardare tutti gli asset aziendali, dichiarando che interverrà anche sull’altro azionista, Cisco. È necessario che al più presto vengano fatti tutti i passaggi necessari per fare in modo che si vada nella direzione di un nuovo accordo di ristrutturazione del debito”.

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