SCENARI

Le Tlc europee verso il consolidamento. Vodafone pronta a un “matrimonio” con Tre?

Guadagni dimezzati in dieci anni, pesano gli investimenti e le duplicazioni delle infrastrutture, Secondo il ceo della telco britannica Nick Read afferma solo le fusioni possono ribaltare il trend

Pubblicato il 15 Nov 2021

Patrizia Licata

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Per tornare alla crescita le aziende delle telecomunicazioni devono guardare al consolidamento: lo ha affermato il ceo di Vodafone group, Nick Read, in un’intervista con il Sunday Times. L’unione tra più player sul mercato europeo permetterebbe all’industria di ribaltare il trend degli scorsi anni: i ritorni di capitale sul mercato telecom europeo si sono dimezzati negli ultimi dieci anni e la duplicazione delle infrastrutture è, a detta del top manager, il principale fattore responsabile di questa flessione.

Il numero uno di Vodafone potrebbe aver nel mirino una fusione con la rivale Tre in Uk che nel 2016 si è vista bocciare la proposta di merger con O2. Vodafone starebbe considerando anche di investire nella rete in fibra di O2, proprietà di Virgin Media.

Mercato europeo spezzettato fra 100 player

Il ceo di Vodafone ha affermato che la sua azienda incontra regolarmente gli altri attori del mercato per discutere la possibilità e utilità di eventuali accordi. Read si è anche detto favorevole al consolidamento, alle giuste condizioni.

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Per cercare di spingere i regolatori a un atteggiamento più favorevole alle operazioni di M&A, Read ha anche incontrato le autorità dei paesi europei e dell’Ue per spiegare come fusioni e partnership siano un metodo opportuno e percorribile per aiutare le telco a recuperare gli ingenti investimenti nelle reti in fibra e nel 5G.

Read ha aggiunto che al momento in Europa esistono 100 operatori che competono su un mercato estremamente frammentato, mentre Usa, Cina e India hanno ciascuno solo tre grandi player.

Il pressing dell’industria sul consolidamento

Tra i maggiori sostenitori della necessità di un consolidamento sul mercato europeo delle telecomunicazioni c’è il numero uno di Ericsson, Borje Ekholm. Ovvio che le telco non investano: è pura questione di numeri, ha affermato il ceo svedese a inizio anno sul Financial Times. Le telco non riescono a rimettere in moto ricavi e redditività e quindi non possono investire nelle reti 5G come richiesto da un’economia e da una società digitali che avanzano. La colpa è delle troppe, a volte rigide regole, che impediscono, tra l’altro, un consolidamento di mercato che aiuterebbe gli operatori nella riduzione dei costi, nell’ampliamento della scala e nella capacità di investire.

Tutti i grandi operatori europei sono di questo avviso. L’anno scorso un intervento simile a quello di Read di Vodafone è stato fatto da José María Álvarez-Pallete, presidente e ceo di Telefonica.

Ma in Europa l’ostacolo è rappresentato dalle restrizioni alle fusioni e acquisizioni imposte dalla Commissione europea e dagli uffici Antitrust guidati da Margrethe Vestager. La commissaria non ritiene sufficienti tre grandi player su uno stesso mercato e teme che il consolidamento ostacoli l’innovazione.

M&A nelle telecomunicazioni, un 2021 in crescita

Da diversi anni le aziende delle Tlc puntano al consolidamento per ridurre i costi e aumentare la redditività. Il mercato ha cominciato a muoversi: l’industria delle telecomunicazioni ha generato 80 miliardi di dollari di valore alle operazioni di merger & acquisition nella prima metà del 2021, un aumento del 65%rispetto allo stesso periodo del 2020. È quanto emerge dalle rilevazioni di Bain & Company.

Le joint venture legate allo sviluppo della fibra e alla cessioni di torri e altre infrastrutture di telecomunicazioni, come i data center, rappresentano il clou delle attività negli ultimi cinque anni. e fusioni e acquisizioni interne rappresentano ora quasi il 60% del valore totale delle operazioni dal 2016, mentre le dismissioni di infrastrutture rappresentano il 21%.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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