LA PARTITA

Vivendi-Mediaset, Opa tutta da vedersi. Agcom: “Verifiche ancora in corso”

Riprendono quota le indiscrezioni sull’orientamento dei commissari verso il blocco di un’eventuale offerta di acquisto da parte di Bolloré. Al vaglio anche un possibile abuso di posizione dominante. Ma l’authority precisa: “Approfondimenti in pieno svolgimento, nessuna decisione presa”

Pubblicato il 17 Gen 2017

Andrea Frollà

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L’istruttoria Agcom sul caso MediasetVivendi “è ancora in corso” e sono “in pieno svolgimento tutti gli adempimenti necessari per approfondire i molteplici aspetti tecnici, giuridici e di mercato che l’analisi richiede”. È quanto precisa l’authority in merito alle proprie responsabilità istituzionali, citando il procedimento di verifica aperto il 21 dicembre 2016. “L’istruttoria si concluderà entro centoventi giorni prorogabili di ulteriori sessanta”, ricorda l’Autorità intervenuta per ricordare la tempistica del procedimento e rispondere indirettamente a indiscrezioni che circolano già da qualche giorno, rilanciate oggi dalla Repubblica che spiega come al vaglio dell’Autorità ci sia anche l’ipotesi di abuso di posizione dominante.

Secondo il quotidiano l’Agcom sarebbe pronta a uno stop a Vivendi e giudicherebbe nulla un’eventuale Opa da parte di Vivendi su Mediaset, in quanto la doppia partecipazione nella società di Cologno Monzese e in Telecom Italia violerebbe le norme dettate dalla Legge Gasparri (da segnalare la conferma di Mediaset al 13,3% del Sic). Una possibilità che ha già raffreddato l’appeal speculativo sul titolo Mediaset, che ha aperto la seduta odierna in calo di circa 3 punti percentuali. Novità lungo l’asse Parigi-Milano potrebbero arrivare domani, quando i vertici di Mediaset saranno a Londra per presentare il piano finanziario triennale del gruppo agli investitori.

Sempre la Repubblica oggi avanza un’ipotesi aggiuntiva che non farebbe piacere a Bolloré e soci. Se l’indagine Agcom appurasse che l’investimento di Vivendi non è meramente finanziario ma si configurasse come abuso di posizione dominante anche adesso, ossia senza detenere il controllo di Mediaset, la conseguenza sarebbe ancora più radicale: si arriverebbe, scrive il quotidiano, a sollecitare la rinuncia a un pacchetto di azioni.

All’istruttoria avviata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il 21 dicembre scorso, in seguito alla scalata di Vivendi nel capitale di Mediaset (oggi arrivata al 28,8% con il 29,9% dei diritti di voto), mancano ancora all’appello le memorie che le due società devono mettere a punto per motivare e illustrare la propria posizione. Anche per questo motivo, se è pur vero che l’authority potrebbe chiudere l’istruttoria prima del previsto, ci sarà comunque da attendere. Soprattutto perché la partita è piuttosto delicata e i player in gioco, direttamente o indirettamente, sono tutt’altro che piccoli.

Inclusa Telecom Italia tirata in ballo spesso: prima in speculazioni su possibili accordi triangolari con Mediaset-Vivendi, ora per ovvie ragioni legate alla partecipazione di Vivendi. “Siamo solo spettatori. Non ci riguarda. Non diciamo nulla. I nostri rapporti con Vivendi sono ottimi”, ha commenta laconico il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, presente al World Economic Forum di Davos. La telco si chiama insomma fuori, ma è evidente che sia uno degli spettatori più interessanti alla vicenda.

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