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Zero-rating, lo streaming gratis che agita authority e tribunali

Le offerte di musica e video senza consumo di dati si stanno scontrando in molti Paesi contro il muro delle autorità regolatorie e le pronunce dei giudici nazionali. Ma gli approcci variano nettamente da un parte all’altra del mondo, fra stop definitivi e via libera condizionati

Pubblicato il 21 Apr 2017

Andrea Frollà

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Lo zero-rating continua ad affollare gli scaffali dei regolatori dei mercato di telecomunicazioni. Ma da una parte all’altra del mondo gli approcci variano non poco, fra via libera, ok condizionati e bruschi stop.

L’approccio case by case – L’assenza di rating indica la possibilità di usufruire di determinati offerti dall’operatore senza bruciare il pacchetto dati incluso nel proprio abbonamento telefonico. Negli Stati Uniti e in Europa prevale oggi un approccio regolatorio allo zero rating case by case, che non esclude l’applicazione del traffico gratuito a priori ma che si basa su un’analisi caso per caso delle possibili violazioni della neutralità del web.

Anche se c’è chi sostiene che le formule zero rating per l’utilizzo di uno o più applicazioni violi i principi della neutralità della Rete a prescindere, in quanto incentiva i consumatori a utilizzare più di altri alcuni servizi e al tempo stesso scoraggia l’ingresso di nuovi entranti sul mercato.

Lo stop dell’authority canadese – Due pronunce recenti su questo tema arrivano dal Canada e dall’Olanda. La prima riguarda il provvedimento della Canadian Radio-television and Telecommunications Commission (Crtc), che ha imposto alla compagnia Videotron di stoppare l’offerta zero-rating Unlimited Music Service.

L’offerta prevedeva lo streaming musicale senza consumo di gigabyte dalle più famose app (Apple Music, Spotify, SoundCloud, Deezer e molte altre). L’authority canadese, che ha anche pubblicato un paper sulla net neutrality scoraggiando l’uso dello zero-rating, ritiene che la composizione dell’offerta di Videotron, permettendo degli usi differenziati dei dati rispetto a specifici contenuti, dia “vantaggi o svantaggi sleali a certi provider e consumatori”.

Il risultato dell’istruttoria della Crtc arriva dopo quasi un anno di indagine e obbliga Videotron a mettersi in regola con le previsioni del regolatore entro 90 giorni. Il caso canadese è uno degli esempi di chiusura aprioristica rispetto all’offerta zero-rating.

Il via libera dell’Olanda – La decisione del Tribunale di Rotterdam su un pacchetto offerto da T-Mobile Netherlands va invece nella direzione opposta, smentendo tra l’altro l’orientamento del regolatore delle comunicazioni nazionale. La telco aveva infatti subito un’importante sanzione dall’Authority for Consumers & Markets (Acm) d’Olanda per aver offerto un pacchetto di streaming musicale zero-rating. E avrebbe dovuto pagare 50mila euro al giorno fin quando non avesse stoppato il servizio.

Il ricorso intentato da T-Mobile aveva sospeso la sanzione e la pronuncia dei giudici olandesi ha infine ribaltato la situazione, dando ragione all’operatore e stabilendo che le regole nazionali contrastano con leggi comunitarie in materia di net neutrality. O meglio, che le regole comunitarie non prevedono un divieto delle offerte zero-rating.

Il Tribunale di Rotterdam ha fatto comunque notare la nebbia che avvolge questa materia specifica, sostenendo che l’offerta di T-Mobile potrebbe violare le regole UE ma che l’Acm non è stata in grado di dimostrarlo. La telco ha basato la propria difesa interamente sul fatto che l’assenza di consumo dei dati è prevista per tutti i servizi inclusi nel servizio offerto ai consumatori finali. Una parità di trattamento che è servita a T-Mobile per spuntarla in giudizio. Mentre la stessa parità non è bastata a Videotron per vincere in Canada. Segno di una materia che non ha trovato una quadra internazionale dal punto di vista regolatorio.

I precedenti italiani e la mossa di DT – Lo zero-rating è stato oggetto di approfondimenti e pronunce dei regolatori anche in Italia. Un recente provvedimento dell’Agcom ha infatti interessato alcuni servizi offerti in Italia, ossia Veon di Wind e Music by 3 di 3 Italia (le due società compongono oggi il gruppo Wind Tre), per aver offerto la possibilità di usare le due app anche a pacchetto esaurito.

Proprio in questi giorni Deutsche Telekom si appresta a lanciare nuovi servizi senza consumo del traffico dati. Non resta che vedere se anche il servizio offerto dal colosso tedesco finirà nel mirino delle autorità nazionali.

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