STRATEGIE

Alibaba, Jack Ma “riappare” in Europa. E il titolo si impenna in Borsa

Rally a Hong Kong dopo che il patron è tornato a far parlare di sé sui media. Per gli investitori è il segnale di una tregua con il governo di Pechino. Che apprezza anche gli investimenti nelle tecnologie strategiche, in particolare nel nuovo chip Ytian 710

Pubblicato il 20 Ott 2021

Jack_Ma

Rally in Borsa per Alibaba: il titolo si è apprezzato fino a +9% a Hong Kong e ha chiuso con un guadagno del 6,6%. Due i fattori che hanno impattato positivamente sul mercato: il lancio del nuovo chip Yitian 710 che alimenterà i nuovi server Panjiu di Alibaba destinati all’attività di cloud provider; e la “ricomparsa” di Jack Ma, il fondatore del colosso tecnologico cinese, che è riapparso in pubblico in Europa.

L’ex ceo di Alibaba ha criticato il governo cinese per la stretta regolatoria sui giganti del digitale e ne ha pagato le conseguenze: l’azienda è finita nel mirino dei regolatori e lo stesso Ma è stato costretto a un lungo periodo lontano dai riflettori: è “scomparso” dai radar lo scorso ottobre dopo essersi pubblicamente espresso contro il governo. A gennaio, Ma ha fatto una breve apparizione pubblica per poi defilarsi, tanto da far ipotizzare che il governo lo avesse colpito con un divieto di viaggiare all’estero.

Gli analisti avevano anticipato che, non appena fosse riemerso dal suo isolamento, il patron di Alibaba avrebbe infiammato i mercati. E così è stato, perché il ritorno di Ma sotto i riflettori pubblici, per lo più all’estero, è visto come il segnale di una tregua fra Alibaba e Pechino.

Nei giorni scorsi la testata East Week di Hong Kong ha riportato che Jack Ma si trovava in Spagna in vacanza in barca a vela con alcuni amici e soci. Successivamente il South China Morning Post, quotidiano di proprietà di Alibaba, ha scritto che Ma si trovava in Spagna per motivi di studio: starebbe seguendo un corso sulle applicazioni della tecnologia nell’agricoltura in ottica di sostenibilità.

Queste notizie si sono unite all’annuncio dato ieri da Alibaba sul muovo chip e il rafforzamento del business del cloud computing. Anche questo è un segnale promettente per gli investitori: il business dell’e-commerce cresce a ritmi meno brillanti del passato e il cloud è il settore che potrà restituire slancio ai conti di Alibaba. In più, chip e cloud sono industrie su cui Pechino punta fortemente per la supremazia tecnologica cinese ed è improbabile che il governo voglia colpirne lo sviluppo con un intervento regolatorio più stretto.

Alibaba si è rafforzata su chip e cloud

Il chip Yitian 710 e i server Panjiu sono stati sviluppati da Alibaba precisamente per essere impiegati nei suoi data center e offrire ai clienti prestazioni più elevate: sono disegnati per lo storage dei dati e per supportare le applicazioni di intelligenza artificiale.

L’azienda ha anche intenzione di aprire il prossimo anno nuovi data center in Corea del Sud e in Tailandia per proseguire nell’espansione internazionale della sua attività nel cloud.

Alibaba – e i suoi azionisti – considerano il cloud computing come motore essenziale della futura crescita dell’azienda. Ma al momento questa attività rappresenta solo l’8% dei ricavi totali, mentre l’e-commerce è in rallentamento.

L’ultima trimestrale di Alibaba, presentata ad agosto, ha riportato per il primo trimestre fiscale 2021 ricavi inferiori a quanto previsto dagli analisti: 180,24 miliardi di yuan per l’attività core del commercio elettronico (+35% anno su anno), ma le stime puntavano su 184,23 miliardi. Inoltre, l’andamento su base trimestrale ha evidenziato una crescita dimezzata: nel quarto trimestre 2020 i ricavi avevano compiuto un balzo di oltre il 70%. Le revenue totali di Alibaba sono cresciute del 34% a 205,74 miliardi di yuan (31,83 miliardi di dollari), anche qui sotto le previsioni degli analisti. I ricavi della divisione cloud computing sono cresciuti del 29% anno su anno e sono pari a 16,05 miliardi di yuan (2,49 miliardi di dollari).

A colpire le prestazioni di Alibaba nell’e-commerce è innanzitutto la concorrenza nell’attività dello shopping online, ma pesa anche la stretta dei regolatori cinesi Antitrust.

Lo scontro con Pechino: tregua in vista?

Il colosso fondato da Jack Ma è stato preso di mira innanzitutto per l’attività fintech, svolta tramite la controllata Ant group. Pechino ha iniziato ordinando lo stop dell’Ipoun’operazione da 37 miliardi di dollari. È poi arrivato l’ordine di procedere con lo spin-off delle attività finanziarie back end di Ant group condotte con i marchi Huabei (simile a una carta di credito) e Jiebei (prestiti non assicurati). Infine il regolatore ha chiesto una netta divisione tra le attività di pagamento e quelle di lending con la creazione di una app separata per Huabei e Jiebei.

Ad Alibaba è stata inoltre inferta una maxi-multa di 2,33 miliardi di dollari per violazioni delle regole sulla concorrenza nel mercato dell’e-commerce.

Tuttavia la produzione di chip è un pilastro delle politiche di Pechino volte a consolidare il dominio tecnologico cinese. Anche per questo gli investimenti di Alibaba nei processori e nei server sono una buona notizia per gli investitori: si tratta di un settore in cui le autorità lasceranno più probabilmente ai big nazionali la libertà di crescere e innovare per ridurre la dipendenza della Cina dalle importazioni estere.

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