LA RICOGNIZIONE

Telemarketing selvaggio, Assocontact: “Registro opposizioni flop totale”

Al sito gli iscritti sono meno di 4 milioni a fronte di un bacino potenziale di 80 milioni di utenze mobili. Borgherese: “Strumento insufficiente a difendere i cittadini. Codice di condotta e certificazione delle competenze degli operatori le chiavi di volta”

Pubblicato il 22 Feb 2023

Lelio - Borgherese- assocontact

Registro delle Opposizioni (Rop) strumento insufficiente a tutelare i cittadini dal telemarketing illegale. È la posizione di Asscontact, l’associazione che riunisce gli operatori di Bpo, anche alla luce dei dati Agcom sulle adesioni al Rop: a 6 mesi dall’avvio il sito registra solo 3,9 milioni di iscritti, un totale flop se si pensa al bacino potenziale di quasi 80 milioni di utenze telefoniche mobili.

E qualcosa non va anche nella sua efficacia operativa dato che non protegge dalle truffe telefoniche, come quelle di Amazon Trading rilevate mesi fa dalla Consob ma sulle quali nessuna autorità è riuscita ad intervenire: ancora oggi gli utenti sono bombardati da chiamate a raffica con un sistema che , attraverso numeri telefonici sempre diversi, non consente il blocco di chia chiama.

La posizione di Assocontact

Secondo Assocontact, nonostante i grandi sforzi mediatici e il lavoro quinquennale delle Istituzioni impegnate nell’attivazione del Registro appare evidente che qualcosa non abbia funzionato. Gli operatori del comparto hanno evidenziato ancor prima della sua entrata in vigore le fragilità strutturali insite nel Rop in quanto focalizzato sull’operato delle imprese legali iscritte al Roc, ma poco attento a perseguire gli operatori illegali.

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Telemarketing selvaggio, cosa serve per difendere gli utenti?

Ciò che serve per l’Associazione di Categoria è completare l’iter e rendere esecutivi nuovi strumenti di tutela come il Codice di Condotta e la Certificazione delle competenzeultimando un percorso avviato mesi fa su input di Assocontact.

“Il telemarketing illegale è una battaglia difficile ma totalmente alla nostra portata se si arriva a un patto di sistema con Garante Privacy, committenti, outsourcer, polizia postale, cittadini e Ott e grandi player della telefonia – spiega  Lelio Borgherese, presidente di Assocontact- La difesa possibile contro il telemarketing illegale si incardina quindi sulla doppia azione del Codice di Condotta e della Certificazione delle competenze, e si sviluppa sull’individuazione degli strumenti più idonei a contrastare le singole pratiche illegali, come il Golden Number, le soluzioni anti spoofing e gli smart-contract, già proposti a più riprese”.

Assocontact vede nel combinato disposto del Codice di Condotta e della Certificazione delle Competenze uno dei tasselli strategici per mettere in sicurezza i lavoratori e le lavoratrici e rilanciare il settore attraverso la qualità del servizio reso.

Codice di condotta, cos’è

Il Codice di Condotta, promosso inizialmente da Assocontact e Oic e di cui sono cofirmatari Confcommercio e Confindustria, Asstel, Asseprim, Assocall, DMA Italia, è attualmente stato inviato per la seconda volta al Garante Privacy, dopo aver integrato le modifiche suggerite. 

Il Codice rappresenta un primo passo concreto alla lotta del telemarketing illegale in quanto rafforza il controllo in ciascun attore della filiera attraverso la condivisione delle responsabilità e si basa sul rispetto dei principi di:

  • liceità, proporzionalità, correttezza e trasparenza nei confronti degli interessati, adottando, in particolare, specifiche misure volte ad assicurare l’idonea informazione dell’utenza, l’adozione della corretta base giuridica del trattamento e l’esercizio dei diritti degli interessati;
  • privacy by design e by default, per garantire il controllo di tutta la filiera, dalla raccolta del dato di contatto per arrivare al contratto, passando per la telefonata. Senza dimenticare l’eventuale raccolta del consenso che porta a tre i pilastri (“le tre C”: Consenso, Contatto, Contratto).

Competenze certificate

Il secondo passo da compiere, secondo Assocontact, per recuperare il rapporto di fiducia tra cittadini, consumatori e Contact Center è attraverso l’acquisizione della Certificazione delle competenze che permette di certificare tutti i professionisti dei Call e Contact Center, trasformando accesso e mobilità interna, possibilità di carriera e percorsi di upskilling e reskilling.

La Certificazione delle Competenze mira, quindi, a garantire l’acquisizione di competenze per ogni singolo professionista impiegatoNon è una certificazione all’azienda ma alla persona che pertanto ne qualifica il percorso di crescita, in termini professionali ed economici. Questa azione di riqualificazione del personale e del servizio è destinata a diventare terreno di lavoro comune con le Istituzioni e i Sindacati.

Il percorso per arrivare a una Norma Uni delle competenze è lungo, ma Assocontact è in prima fila, avendo avviato con Uni i lavori della Pdr (prassi di riferimento) che è strumento e certificazione “pro-tempore” in attesa che si compia il cammino di verifica, pubblicazione e validazione propri delle certificazioni UNI. Un cammino che per legge deve compiersi entro i cinque che anni ma che i protagonisti ritengono di traguardare nel giro di pochi mesi.

La certificazione delle competenze non è vincolante, ma “Assocontact è impegnata con tutti gli stakeholder al fine di costruire meccanismi di moral suasion fondati su sistemi premiali garantiti a chi certifica aziende e professionisti, contribuendo così a rendere più sicuro e più di qualità il servizio erogato”, conclude Borgherese.

 

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