MERCATI

Dell, via libera all’operazione VMware. Più vicino il ritorno a Wall Street

Il colosso IT americano può procedere col buy-out dei detentori delle tracking stock. Passo indietro di Carl Icahn che ha rinunciato al proxy fight grazie alla nuova offerta che alza a 120 dollari la valutazione cash di ciascuna azione

Pubblicato il 16 Nov 2018

Patrizia Licata

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L’investitore attivista Carl Icahn ha rinunciato alla sua battaglia proxy e dato l’ok all’operazione con cui il colosso americano dell’It Dell Technologies effettuerà il buy-out dei detentori di titoli Class V di Vmware (le tracking stock o DVMT).

Fortemente voluta dal fondatore e Ceo Michael Dell, l’operazione cash and equity da oltre 21 miliardi di dollari è stata proposta a luglio dai Cda di Dell e Vmware, la software company controllata all’80% da Dell, e serve a Dell come via indiretta per tornare a Wall Street dopo il delisting del 2013.

Icahn aveva da subito espresso la contrarierà al buy-out che, a detta dell’investitore, svalutava i detentori di azioni DVMT. Icahn aveva indicato che era sua intenzione proporre una transazione alternativa per consentire agli investitori di realizzare il loro investimento, se lo desideravano, e aveva iniziato un proxy fight per trarre gli altri azionisti dalla sua parte. Per rafforzare la sua posizione Icahn aveva anche ampliato la sua quota nelle tracking stock di Wmware facendola salire al 9,3% e diventando il secondo maggior azionista DVMT. “Farò tutto quello che è in mio potere per fermare questa proposta”, aveva annunciato l’investitore in una nota. “Sono pronto a dare battaglia”.

Di fronte al pericoloso proxy fight Dell ha optato per una contromossa e ha presentato ieri un nuova versione dell’accordo, offrendo 120 dollari per azione DVMT (prima erano 109) per chi opta per il cash pompando la porzione in contante dell’accordo a 14 miliardi di dollari contro i 9 annunciati all’inizio. “Soprattutto per merito della nostra opposizione, Dell ha migliorato il deal”, ha commentato Icahn in una dichiarazione ufficiale. “Abbiamo deciso che il proxy fight non ha possibilità di vittoria e abbiamo rinunciato alla causa legale che avevamo presentato in Delaware”. Altri fondi di investimento che possiedono le tracking stock di VMware, tra cui Dodge & Cox e Elliott Management, hanno dato l’ok alla nuova proposta di Dell.

L’operazione di buy-out è di fatto uno swap di azioni: Dell offre ai detentori di DVMT di VMware di comprare le loro azioni pagandole o con azioni Dell oppure in contanti. Questo schema è stato studiato da Michael Dell non solo come funzionale al rientro in Borsa di Dell Technologies ma proprio come strumento per riprendere il controllo della sua azienda limitando il raggio d’azione di Icahn. Il buy-out, infatti, pur non consentendo all’imprenditore di attingere ai guadagni della profittevole Vmware per la restituzione del mega-debito di Dell Technologies, permette comunque all’azienda dell’It di  tornare sui listini dando al suo fondatore una quota (diluita) tra il 47% e il 54% della sua azienda e sufficienti diritti di voto da non curarsi dell’agguerrito investitore attivista.

L’accordo dovrebbe chiudersi entro fine anno. L’opposizione di Icahn aveva spinto Michael Dell il mese scorso a riconsiderare l’opzione alternativa dell’Ipo; l’azienda aveva anche fissato gli incontri con le banche per cercare potenziali sottoscrittori.

A inizio anno Dell aveva preso in considerazione anche l’ipotesi di un acqui-merger (fusione inversa) con Vmware, un’operazione con cui di fatto la controllata del sofware avrebbe comprato Dell permettendole di tornare in Borsa senza passare per una quotazione formale e di ricevere la liquidità necessaria per pagare parte del debito. Dell ha pubblicato a settembre una buona trimestrale con revenue in aumento del del 18% a 22,9 miliardi di dollari e utili saliti del 13% a 2,46 miliardi. Il via libera al buy-out delle tracking stock di Vmware apre nuove risorse per restringere il rosso da 45 miliardi di dollari.

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