Lo scontro geopolitico tra Stati Uniti e Cina domina gli sviluppi della tecnologia 5G su scala mondiale, insieme agli impatti del coronavirus: è quanto si legge nell’edizione mensile di The 5G-aliser, la pubblicazione di STL Partners e Total Telecom che aggiorna sulle ultime novità in ambito 5G.
L’escalation delle sanzioni Usa contro Huawei, culminate nel divieto per il vendor cinese di rifornirsi di chip fabbricati in America, avrà conseguenze ad ampio raggio perché modifica gli assetti nell’industria delle Tlc e ridefinisce il ruolo di Huawei su numerosi mercati internazionali.
Al tempo stesso, lo studio individua alcuni fattori positivi per lo sviluppo del 5G: l’impatto sanitario del coronavirus che si attenua in alcuni paesi, una parziale mitigazione dell’incertezza finanziaria per gli operatori telecom, e le politiche di alcuni governi, che stanno puntando sul 5G come chiave di volta per la ripresa economica.
Ruolo chiave per governi e regolatori
Nel dettaglio, lo studio sottolinea che le nuove sanzioni americane avranno un effetto a catena sulla supply chain dei semiconduttori.
Inoltre, l’impatto del Covid-19 resta frammentato a seconda dei paesi. Molti stanno dando priorità al 5G come driver principale per il rilancio economico post-pandemia e stanno tentando di accelerare il roll-out. Ma in altre nazioni il coronavirus determinerà gravi ritardi sull’implementazione delle nuove reti mobili, sulle attività di ricerca e sviluppo e sulle aste dello spettro.
Ci sono poi le teorie complottiste sul 5G: giocano un ruolo nel rallentare lo sviluppo dei nuovi servizi mobili ma, secondo lo studio STL Partners-Total Telecom, hanno un peso minore rispetto ai mesi scorsi. I regolatori di diversi paesi stanno affrontando con determinazione questo fenomeno e anche l’industria delle Tlc sta cercando di contrastare la disinformazione.
In generale, le politiche 5G dei governi hanno in questa fase un enorme impatto sullo sviluppo delle reti mobili di nuova generazione, sia se prendono la forma di restrizioni sui vendor tecnologici sia se si concretizzano in incentivi per alcune applicazioni, come le smart city.
O-Ran, la risposta dell’Occidente alla Cina
In risposta alle crescenti tensioni Usa-Cina, si sta affermando rapidamente la tecnologia O-Ran, basata su architetture e specifiche aperte, perché potrebbe rappresentare una “soluzione al dominio tecnologico cinese”.
Negli Stati Uniti Altiostar e Mavenir stanno collaborando sulle componenti radio insieme al nuovo entrato Dish. Molti operatori greenfield globali, tra cui Jio, Rakuten e Drillish1-1, stanno in misura crescente sperimentando questa tecnologia. Anche l’Europa guarda all’O-Ran come valida soluzione; in Italia Tim scrive sul sito ufficiale che “Nel caso del segmento dell’accesso radio, visti i maggiori investimenti richiesti, si fa più pressante l’esigenza di ricercare nuove soluzioni ed approcci che permettano di realizzare un’architettura più flessibile, anche a supporto dell’introduzione delle nuove funzionalità legate al 5G. In quest’ottica si stanno affermando diverse iniziative che propongono, con diverse sfumature, il concetto di ‘Open RAN’, con l’obiettivo di introdurre una maggiore competizione nel segmento radio e favorire anche l’ingresso di nuovi attori”.
Più certezza per le telco?
Fra gli altri trend individuati dallo studio, si cominciano a diffondere le reti private 5G, come quella commissionata lo scorso mese da Ford a Vodafone in una sua fabbrica nel Regno Unito.
Si intensifica anche la ricerca sulla copertura indoor con le piccole celle e sulle onde millimetriche (MmWave).
Infine, aumenta la disponibilità di dispositivi 5G, anche se il vero picco è atteso quando ci sarà maggiore copertura delle nuove reti mobili: al momento, nella maggior parte dei mercati, le installazioni sono limitate ad alcune aree. Lo studio nota che Apple continua a rinviare il lancio del suo iPhone 12, ora atteso per fine anno.
In generale, il clima per il 5G è considerato favorevole e le telco tornano a un moderato ottimismo, avendo acquisito una valutazione più certa degli impatti del coronavirus e avendo mitigato alcune delle incertezze sulle loro strategie per il 5G. “Le telco cominciano ad allentare l’atteggiamento prudente”, conclude l’analisi.