LA CAMPAGNA DI DIGITAL360

Italia digitale, ultima chiamata: #Innovationfirst

Si conclude l’iniziativa di Digital360 per richiamare l’attenzione di partiti e politici sulle tematiche del digitale in vista del voto del 4 marzo. Banda ultralarga, impresa 4.0, PA digitale e competenze i quattro “dossier” sul tavolo del futuro governo. Ecco tutti gli approfondimenti di CorCom

Pubblicato il 02 Mar 2018

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Spingere sulla banda ultralarga ed accelerare sul 5G. Digitalizzare la PA, non solo con progetti innovativi ma anche “iniettando” competenze ad alto valore tecnologico. Rendere strutturale il piano Impresa 4.0. Sono queste le richieste che i presidenti delle associazioni di categoria – da Confindustria Digitale ad Asstel – le principali imprese dell’Ict e gli esperti del settore fanno al governo che verrà. Richieste raccolte da CorCom, nell’ambito dell’iniziativa di Digital360 per tenere alta alta l’attenzione sui temi della digital transformation, leva di sviluppo per il Paese.

“È un momento cruciale per l’Italia, in cui si accende il dibattito su tutti i temi chiave per il futuro –  sottolinea l’Ad di Digital 360 Andrea Rangone – Vogliamo dare anche noi, come Gruppo Digital360, il nostro contributo a questo dibattito, evidentemente sui temi che ci coinvolgono professionalmente – la trasformazione digitale delle imprese e delle pubbliche amministrazioni, l’ammodernamento della nostra economia e delle nostre infrastrutture, la nuova imprenditorialità, in una parola l’innovazione a trecentosessanta gradi – consapevoli che una parte importante dello sviluppo e della crescita di questo paese dipenderà dalle scelte strategiche di fondo che il nuovo Governo farà in relazione a questi temi”.

 L’appello è quello di non buttare a mare tutto quello che di buono è stato fatto finora. A cominciare dal piano Industria 4.0 (ora Impresa 4.0) che ha spinto il Pil all’1,4%: ecco perché si chiede al governo che verrà di rendere strutturali gli incentivi, a cominciare dagli ammortamenti fino ad arrivare al credito di imposta per la formazione e i voucher per le Pmi. Una strategia di lungo periodo dunque, una sorta di piano quinquennale digitale per le aziende italiane, che richiede anche un forte ripensamento del mercato del lavoro. Le riforme messe in campo finora – il Jobs Act ne è un esempio – sembrano aver dato i loro frutti (a gennaio l’occupazione è salita oltre l’11%) ma manca una strategia efficace per governare la grande trasformazione del lavoro di fronte alla rivoluzione tecnologica. Una questione che pone seri problemi in termini di competitività e modernizzazione sia per i lavoratori dipendenti sia per gli autonomi. Fenomeni come l’emergere della Gig Economy impongono ragionamenti seri su previdenza, fiscalità, salario minimo.

Il salto digitale nella dimensione 4.0 non è possibile senza reti ultraveloci e una PA anch’essa “full digital”. Ecco perché le telco ma anche le aziende che realizzano infrastrutture e software chiedono di non mollare la presa sul piano Bul e sul 5G, anzi di rilanciare con convinzione. Come? Unendo le forze del settore pubblico e del settore privato, continuando a migliorare condizioni e contesto per attirare investimenti a sostegno di iniziative di lungo periodo. I player non hanno dubbi: avere più banda oggi è il presupposto per essere pronti anche all’evoluzione tecnologica futura.

Ma un Paese è competitivo se funziona la sua amministrazione pubblica. Il lancio di Spid e l’accelerazione impressa da Agid e dal commissario al Digitale, Diego Piacentini, all’Anagrafe unica hanno iniziato a dare un volto nuovo alla nostra burocrazia. La sfida ora è spingere sui servizi, convincendo imprese e cittadini – ma anche i dipendenti pubblici – che utilizzare il digitale è meglio che andare allo sportello. Una sfida che si andrà a incrociare con due scadenze: il mandato di Antonio Samartitani, dg dell‘Agenzia in primavera e quello del Team Digitale della Presidenza del Consiglio in ottobre. L’invito è a non nicchiare troppo dopo la formazione del nuovo governo ed evitare che queste due realtà rimangano acefale per troppo tempo. Pena il freno ai progetti di digitalizzazione che il Paese non si può permettere.

I partiti in lizza alle elezioni del 4 marzo hanno dedicato una parte, più o meno cospicua, del loro programma ai temi del digitale e dell’innovazione. Il Pd promette di completare il piano banda ultralarga e di accelerare il roll out del 5G.  Il Movimento 5 Stelle punta una cabina di regia in seno al governo per governare tutte le politiche sul digitale. La Lega propone una super Agcom che accorpi tutti gli enti che ora si occupano di innovazione. La Bonino pensa a una governance unica per l’Industria 4.0.   Al di là dei singoli intenti, quello che emerge in questa campagna elettorale è certamente una maggiore consapevolezza, almeno su carta, della necessità di rendere la digital transformation la leva per far ripartire l’Italia. Che poi questa consapevolezza si traduca in azioni concrete è tutto vedere.

ECCO TUTTI I CONTRIBUTI

#Innovationfirst, Andrea Rangone: “Digitale, priorità numero uno per il Sistema Italia”

Corso: “Lavoro e welfare 4.0 cruciali per la crescita, alla politica serve una vision”

Innovazione digitale, l’appello di Forum PA: “Riportiamola al centro dell’agenda politica”

Cybersecurity, Faggioli: “PA fa passi avanti, ma serve più budget”

Industria 4.0, Catania: “Serve un piano quinquennale”

Pileri: “Cittadinanza digitale priorità strategica”

Svolta “digital” per il lavoro. Di Raimondo: “Servono regole 4.0”

Noci: “Meno giuristi e più ingegneri per fare l’Italia digitale”

Dal Poz: “Manifattura 4.0 chance di rilancio del sistema-Paese”

Aiello: “Frammentazione PA, vera barriera alla digitalizzazione del Paese”

Ripa (Open Fiber): “L’orizzonte dell’Italia deve essere la Gigabit Society”

Rigoni (Ericsson): “Security e data privacy nodi fondamentali per le nuove infrastrutture”

Calcagno (Fastweb): “Le reti ormai ci sono, il ritardo è nei servizi digitali”

Vanhille (Prysmian): “Fare sistema per accelerare sul 5G”

Santoni (Cisco): “L’ultrabroadband resti una priorità Paese”

Hu Kun (Zte): “Nuove reti e servizi 5G con la collaborazione pubblico-privati”

Protto (Retelit) “Servizi digitali e modello wholesale only per le reti ultrabroadband”

Carlotto (Alpitel): “Ultrabroadband? Agevolare gli scavi e meno rigidità sull’elettromagnetismo”

García Martín (Indra): “Ora lo switch off digitale dei servizi della PA”

Desiderio (F5 Networks): “Spingere su innovazione e servizi digitali”

Troiani (Bip): “Bene le reti ultrabroadband, ora accelerare sui servizi digitali”

I PROGRAMMI DEI PARTITI

Digitale leva di crescita: ecco le strategie PD per l’innovazione

PA digitale e startup, ecco su cosa punta l’innovazione del centrodestra

Più Stato nel digitale: il tech-programma politico del M5S

Una super Agcom per l’Italia digitale, ecco il programma della Lega

Una governance per Industria 4.0, ecco il programma digitale di +Europa

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