LA TRIMESTRALE

Twitter, tonfo degli utili. Ma crescono gli utenti “monetizzabili”

Con un fatturato a 824 milioni di dollari e un utile netto che precipita a 37 milioni le prestazioni finanziarie deludono Wall Street. Migliorano le performance delle ads: merito dell’impegno contro fake news e abusi

Pubblicato il 24 Ott 2019

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Il terzo trimestre di Twitter delude Wall Street: nel periodo luglio-settembre 2019 il fatturato del social media dei cinguettii è salito del 9% anno su anno a 824 milioni di dollari mancando le previsioni degli analisti che puntavano su 874 milioni, secondo i dati compilati da Refinitiv. Gli investitori si preoccupano per il rallentamento delle entrate pubblicitarie, pari a 702 milioni di dollari, un incremento dell’8% anno su anno che non soddisfa il mercato.

Crolla l’utile netto trimestrale: a 37 milioni di dollari, o 0,05 dollari per share, contro i 161,5 milioni attesi dal mercato. Nel terzo trimestre 2018 Twitter aveva riportato utile netto di 789 milioni, ma, esclusi i benefici fiscali di cui ha goduto, ammontava a 106 milioni.

Bug nell’advertising

Twitter ha spiegato che le prestazioni deboli del trimestre appena chiuso si devono a problemi nell’advertising – come dei bug nel prodotto software e una domanda asfittica durante l’estate. Ma a Wall Street le rassicurazioni non bastano: il titolo ha perso il 15% nelle contrattazioni immediatamente successive alla pubblicazione della trimestrale.

La società dei cinguettii aveva già messo in guardia sul fatto che nel terzo trimestre avrebbe registrato un rallentamento della crescita, perché ha dismesso alcuni vecchi format pubblicitari. Tuttavia non aveva previsto alcune problematiche software che hanno influito negativamente sulla sua capacità di proporre ads mirate e condividere dati con i partner della pubblicità.

Per il quarto trimestre Twitter ha detto di aspettarsi revenue totale compreso tra 940 milioni e 1,01 miliardi di dollari, meno di quanto si attende in media Wall Street (1,06 miliardi).

Aumentano gli utenti esposti alle ads

Non sono tutte cattive notizie per Twitter: la piattaforma di social media ha registrato un incremento degli utenti giornalieri che visualizzano le ads sul suo sito (mDAU), pari a 145 milioni, una crescita del 17% anno su anno che supera le attese degli analisti (141 milioni).

Twitter ha deciso di non svelare più il numero di utenti mensili attivi e ha adottato invece il nuovo parametro mDAU o “monetizable daily active users”, che misura gli utenti esposti giornalmente all’advertising sul suo sito o sulle applicazioni Twitter e quindi monetizzabili.

Il ceo di Twitter, Jack Dorsey, ha dichiarato che la crescita di utenti mDAU è stata stimolata dai miglioramenti introdotti nella piattaforma, come una maggiore facilità di navigazione e la maggiore efficacia con cui Twitter individua i post da rimuovere perché contenenti abusi come fake news, hate speech e propaganda anti-democratica o terroristica.

“Operazione trasparenza”

Per continuare a crescere e rassicurare investitori e regolatori è fondamentale per Twitter fare “pulizia” dei contenuti violenti e illeciti. A giugno la società ha pubblicato regole semplificate per gli utenti per garantire “un sano utilizzo della piattaforma” e assicurare a tutti di poter partecipare liberamente alle conversazioni pubbliche ma all’insegna di tre valori fondamentali: sicurezza, privacy e autenticità.

L’azienda è diventata anche più attenta alle manipolazioni dei contenuti in ottica anti-democratica e allo spam. Ha affilato le armi contro odio religioso, abusi e molestie e annunciato che segnalerà i tweet emessi dai funzionari di governo e politici più importanti che non rispettano le regole di comportamento sulla tipologia di contenuti che vengono condivisi.

Sotto la lente dei regolatori

Diversi politici americani hanno duramente attaccato le ads politiche sui social media. Secondo la senatrice Democratica Elizabeth Warren, candidata alle presidenziali 2020, le aziende come Facebook e Twitter non dovrebbero vendere spazi pubblicitari ai politici che spesso contengono messaggi fuorvianti se non completamente falsi.

Anne Neuberger, a capo del direttorato sulla cybersecurity della National security agency americana, ha denunciato l’intensa attività delle nazioni sui social media volta a influenzare l’opinione pubblica e a esacerbare malcontento e tensioni. Anche se i big dei social media Facebook e Twitter hanno cercato di arginare il ruolo dei troll stranieri e delle fake news, per la Neuberger il risultato non è apprezzabile per la vastità del fenomeno.

La disponibilità delle criptovalute, unite alla diffusione di “pacchetti per influencer” sui social media, che permettono ad esempio di comprare grandi quantità di follower falsi e includono citazioni da parte di influencer molto seguiti, sono gli elementi che danno agli attori esteri facile accesso alle piattaforme più popolari e alla manipolazione dell’opinione pubblica, ha evidenziato la top manager dell’Nsa.

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