DL MILLEPROROGHE

Call center, in arrivo 20 milioni per il sostegno al reddito

Le risorse previste in un emendamento presentato dal governo e destinate ai lavoratori delle aziende in crisi. Soddisfazione di Assocontact: “Segnale importante per tutto il settore”

Pubblicato il 06 Feb 2020

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In arrivo 20 milioni di euro, nel 2020, per sostenere il reddito di chi lavora nei call center. La misura è contenuta in un emendamento del governo al decreto legge Milleproroghe. Le risorse sono destinate ai lavoratori dipendenti da imprese del settore call center ”quando la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa sia determinata da una crisi aziendale, valutata sulla base degli indicatori economico-finanziari complessivamente considerati e riguardanti il biennio precedente, dai quali deve emergere un andamento di carattere involutivo”, si spiega nella relazione illustrativa.

Soddosfazione di Assocontact. “Siamo assolutamente soddisfatti della strada indicata dal Governo – spiega il presidente  Lelio Borgherese – Reinserire all’interno del Dl Milleproroghe le misure a sostegno dei contact center è un segnale importante per tutto il settore”.

“Questo è un primo passaggio importante che ora ci aspettiamo diventi definitivo con l’approvazione dell’emendamento. Noi continueremo a lavorare a stretto contatto con il Governo con la fiducia che questo rapporto possa dare le risposte giuste ad un settore che le aspetta oramai da troppi anni e che ha bisogno di un serio intervento per essere rilanciato”.

In un primo momento gli emendamenti erano stati dichiarati inammissibili, cosa che aveva messo in allarme Asstel e sindacati.

Il tavolo al Mise sulla crisi dei call center

Intanto prosegue il tavolo di crisi sul settore battezzato al Mise. Nel corso dell’ultimo incontro sono state illustrate le problematiche che colpiscono il settore, dalla concorrenza sleale alle esternalizzazioni delle attività, dall’utilizzo del criterio del massimo ribasso nelle gare d’appalto al costo del lavoro. Sono, inoltre, emerse difficoltà legate alla salvaguardia dell’occupazione e, a tal riguardo, – si legge nella nota diffusa dal ministero – è stata ribadita la necessità di continuare a supportare i lavoratori in difficoltà attraverso il potenziamento delle politiche attive, come un maggiore investimento nel campo della transizione digitale.

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“Abbiamo convocato questo tavolo con i vari attori delle aziende datoriali per capire in che modo si sta evolvendo il mercato, quali sono le problematiche e le prospettive del futuro dei call center – ha spiegato la sottosegretaria Alessandra Todde – L’obiettivo è quello di affrontare in modo organico e sistematico le difficoltà in cui versano i call-center, anche in considerazione delle trasformazioni in atto nel mercato delle telecomunicazioni. Questo è stato un primo momento di confronto a cui seguiranno tavoli ristretti con le aziende che offrono servizio di call-center e i sindacati e come Mise ci impegniamo a mantenere aperte le interlocuzioni, portando avanti confronti costanti con tutte le parti in causa”.

Per Pietro Guindani, presidente di Asstel – l’associazione ha partecipato al tavolo – il digitale è la chiave di volta che può contribuire a risolvere la crisi dei call center.

“L’incontro ha costituito un’occasione per dare continuità alle azioni e alle proposte di Asstel per promuovere la competitività delle imprese di customer care, lo sviluppo del capitale umano e sostenere l’occupabilità delle persone”, ha spiegato il presidente di Asstel, Pietro Guindani.

“La filiera delle Tlc – prosegue Guidani – è impegnata costantemente per cogliere le opportunità e affrontare le sfide legate alla trasformazione digitale. Il ruolo delle istituzioni è fondamentale per definire le regole e gli interventi necessari per il funzionamento del mercato dei Servizi di Customer Care in outsourcing, anche correggendone le distorsioni, nell’ambito degli strumenti che sono prerogativa del Governo”. Per questo Asstel e le aziende associate “confermano la disponibilità a discutere ed identificare le misure idonee a supporto della trasformazione e per il riequilibrio del mercato, necessariamente con una prospettiva di medio termine”.

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